Potrai scaricare il corso pratico di Kiswahili
Le persone non fanno i viaggi, sono i viaggi che fanno le persone. (John Steinbeck)
Viaggiare è un’esperienza meravigliosa, soprattutto quando tutto durante il viaggio va per il verso
giusto. Non si tratta tuttavia solamente di fortuna: il viaggiatore che pianifica un viaggio all'estero, magari in un Paese lontano ed esotico, deve fare la propria parte affinché il viaggio
diventi veramente indimenticabile, inteso nel senso positivo del termine.
Dunque, non fatevi cogliere alla sprovvista, se vi troverete davanti a un imprevisto i consigli potranno facilitarvi la vita e in alcuni casi addirittura salvarvela.
Se la differenza tra turista e viaggiatore la conosciamo molto bene, ben diverso è capire cosa distingua un buon viaggiatore da un semplice viaggiatore. Nessuno di noi nasce
viaggiatore esperto: è qualcosa che si acquisisce col tempo e l’esperienza. All'inizio è normale compiere un sacco di errori: poca conoscenza del luogo che si visita e delle usanze locali,
disorganizzazione.
Sono tutte cose che pian piano migliorerete e che vi aiuteranno a diventare molto di più di un semplice turista. Per accelerare questa trasformazione, fidatevi dei consigli del viaggiatore, di
colui che fa del viaggiare uno stile di vita irrinunciabile, il cui desiderio di visitare e conoscere il mondo e gli uomini, supera i pensieri e le responsabilità delle vite "normali" (se poi
esiste una vita normale).
Tengo a precisare che il viaggiatore d’affari non ha nulla a che fare con quello orientato al tempo libero e richiede una maggiore ed attenta pianificazione.
Visti e bolli
I viaggiatori di nazionalità italiana, così come quelli della maggior parte dei paesi, devono essere muniti di visto d'ingresso, che consente un periodo di permanenza fino a tre mesi.
8 gennaio 2024
Ufficiale: in Kenya si entra solo
con ETA.
VISTO ONLINE VALIDO SOLO PER CHI L'HA GIÀ FATTO
E’ ufficiale: il Kenya non richiede più il visto d’ingresso online, che non è più possibile fare, ed è passato
definitivamente all’eTA, l’autorizzazione elettronica al viaggio già utilizzata da altri paesi nel mondo. Ormai dallo scorso venerdì, non era più possibile completare la richiesta di evisa al
relativo sito, utilizzato tramite la piattaforma ecitizen dal 2020 allo scorso 3 gennaio.
Ovviamente, ha dichiarato l’autorità dell’aviazione civile nei giorni scorso con un comunicato ufficiale, chi ha già
fatto il visto online e arriverà in Kenya nel 2024 prima della scadenza del medesimo, valido 3 mesi dalla sua emissione alla data della partenza, non avrà bisogno di richiedere l’eTA. ieri,
domenica 7 gennaio, l’ufficio dell’immigazione ha annunciato che già quasi 10 mila domande sono state ricevute sul portale che gestisce il rilascio delle autorizzazioni per viaggiare verso il
Kenya.
Ovviamente poi il visto sarà estendibile come prima, di tre mesi in tre mesi, ma per capire se questa estensione avrà un prezzo, bisognerà attendere il pronunciamento dell’alta corte di Nairobi,
che ha temporaneamente sospeso una direttiva del governo per introdurre aumenti su molteplici tasse governative ed un costo dell’estensione dopo 3 mesi di 100 dollari (attualmente kes.
15.600).
By malindikenya.net
22 dicembre 2023
ETA, online il sito per entrare in
Kenya dal 1 gennaio 2024.
Tutte le informazioni su come fare e il link
E’ attualmente online il sito per l’autorizzazione elettronica di viaggio per entrare in Kenya, ETA Kenya, che
sostituirà dal prossimo 1 gennaio 2024 il visto d’ingresso online (evisa). Bisognerà quindi accedere all’indirizzo www.etakenya.go.ke.
La decisione di passare dall’obbligo del visto ed al pagamento di 51 dollari per l’ingresso valido 3 mesi (e
rinnovabile per altri 3) in Kenya da turisti al “visa free”, con il solo obbligo di ETA (che costerà all’incirca 30 euro) era stato annunciato lo scorso 12 dicembre direttamente dal presidente
keniota William Ruto. Ecco cosa dice ETA Kenya di questo nuovo sistema introdotto.
L'ETA del Kenya è un sistema semi-automatico che determina l'idoneità dei visitatori a viaggiare in Kenya. L'autorizzazione tramite ETA non determina l'ammissibilità del viaggiatore a entrare in
Kenya. I funzionari dell'immigrazione determineranno l'ammissibilità all'arrivo dei viaggiatori. La domanda di ETA raccoglie informazioni biografiche e risposte a domande sull'ammissibilità e può
essere presentata in qualsiasi momento prima del viaggio, anche se si raccomanda ai viaggiatori di richiederla non appena prenotati l'alloggio e i biglietti di trasporto.
Chi deve ottenere l'ETA?
L'ETA è obbligatorio per tutti i visitatori stranieri, ad eccezione dei cittadini degli Stati membri dell'EAC che desiderano recarsi in Kenya.
Ogni individuo è tenuto a richiedere un ETA prima di iniziare il viaggio. È obbligatorio utilizzare il sito web ufficiale del Governo per presentare la domanda. Le domande presentate tramite siti
web di terzi saranno automaticamente rifiutate. Per i minori di 18 anni, il tutore legale, il genitore o l'adulto che li accompagna è responsabile della compilazione della domanda.
Come si richiede l'ETA?
Se avete intenzione di viaggiare più volte in Kenya nei prossimi anni, vi invitiamo a scaricare l'applicazione mobile, che vi consentirà di memorizzare i vostri dati sul telefono per
riutilizzarli in futuro.
Il Governo del Kenya ha messo a disposizione questo sito web come piattaforma sicura per consentire ai visitatori di inviare informazioni e richiedere un ETA. Le richieste di ETA possono essere
completate attraverso questo sito web ufficiale o attraverso le applicazioni mobili ufficiali "Kenya Travel Authorisation" e devono essere effettuate per ogni persona che intende recarsi in
Kenya.
L’ETA E’ VALIDO SOLO PER UN INGRESSO IN KENYA, AL VIAGGIO SUCCESSIVO BISOGNERA’ RICHIEDERLO NUOVAMENTE
Passaggi:
Visitare il sito www.etakenya.go.ke
Fare clic su "Apply Now" e seguire le istruzioni
Assicurarsi che tutti i dati siano stati inseriti correttamente.
Inviare la domanda
Verrà inviata un'e-mail di conferma della ricezione della domanda.
Verrà inviata un'e-mail di conferma della ricezione del pagamento, se applicabile.
Dopo la decisione del funzionario dell'immigrazione, vi sarà inviata un'e-mail di conferma dell'approvazione/rifiuto.
Se la vostra domanda è stata approvata, stampate il documento PDF allegato all'e-mail, scaricatelo sul vostro dispositivo mobile o salvatelo nell'applicazione mobile "Kenya Travel Authorisation". Si tratta dell'autorizzazione al viaggio che deve essere esibita ai punti di partenza e di arrivo.
Se la domanda è stata respinta, per il momento non sarà possibile recarsi in Kenya. Si prega di contattare support-kenya@govtas.com per segnalare la propria situazione e ottenere ulteriori dettagli.
È possibile controllare lo stato della propria domanda in qualsiasi momento visitando il seguente URL: https://www.etakenya.go.ke.
Potrà viaggiare solo dopo che la sua domanda sarà stata approvata dal Governo del Kenya.
By malindikenya.net
Informiamo che dal 9 maggio 2023 le Autorità keniote hanno rimosso le precedenti misure di prevenzione
del COVID-19 per i viaggiatori in arrivo nel Paese: non è dunque più necessario presentare prova di avvenuta vaccinazione o test PCR negativo.
24 febbraio 2022
TURISTI IN
KENYA: COSA SERVE DA ORA PER PARTIRE
Esperti e virologi: "Esperti e virologi: “Tolto il divieto di viaggio, ecco cosa chiede il Kenya”"
Il Ministero della Salute italiana ha riaperto, a partire dal prossimo martedì 1 marzo, il
turismo dall’Italia verso i paesi stranieri, senza limitazioni se non quelle suggerite dalla Farnesina e ritrovabili nelle pagine dei singoli stati sul sito viaggiaresicuri.it e quelle imposte
dai paesi di arrivo scelti dai viaggiatori italiani. Quindi dal 1 marzo, finalmente, non saranno solo i residenti o chi ha motivi particolari ammessi dalle ordinanze precedenti (lavoro,
volontariato, salute, ricongiungimento familiare) a potersi recare nella fattispecie in Kenya, ma in generale in tutta l’Africa, ma anche i classici turisti. Non solo, sono aboliti anche
l’obbligo di quarantena al ritorno e quello di tampone PCR da presentare all’arrivo, ma è meglio regolarsi con le compagnie aeree che potrebbero richiedere di presentarlo in partenza. Il Kenya
attualmente non chiede il tampone molecolare a chi parte, ma solo il certificato delle 2 avvenute vaccinazioni. Questo significa che anche i tour operator e le agenzie di viaggio possono tornare
a predisporre i loro pacchetti vacanze, ad esempio a partire da Pasqua 2022 ma più verosimilmente da luglio, quando anche le compagnie aeree di charter riattiveranno i voli diretti da Milano e
Roma verso Mombasa. Nel frattempo ricapitoliamo comunque gli obblighi in vigore in Kenya per i turisti provenienti dall’estero:
CERTIFICATO DI DOPPIA VACCINAZIONE O GREEN PASS
In Kenya non si può entrare se non si è vaccinati! Per prima cosa, bisognerà caricare il certificato di doppia vaccinazione (non viene richiesta la terza o ogni eventuale altro “booster”) sul sito globalhaven.org. Poi comunque presentare il relativo cartaceo. Per chi ha il Green Pass da guarigione e non ha effettuato le vaccinazioni, il sito globalhaven.org accetta questa opzione, caricando il certificato verde, ma per essere sicuri di poter partire con quello, bisogna chiedere alle singole compagnie aeree. Siccome il Kenya, da ordinanza del Ministero della Salute, accetta le due vaccinazioni e non vi sono accordi bilaterali tra i due stati, è possibile che qualche compagnia aerea applichi questa regola fedelmente. Il Kenya non richiede le vaccinazioni ai minorenni.
TAMPONE PCR OBBLIGATORIO
Per imbarcarsi su un aereo con destinazione finale Kenya, bisogna essere muniti di certificato di negatività da Tampone PCR (non sierologico, non altro tipo di analisi) effettuato non più di 72 ore, a partire dalla data del prelievo prima della partenza per il Kenya (regola modificata il 16 gennaio 2022). Il QR code ottenuto dal certificato deve essere caricato sul sito globalhaven.org insieme al Certificato vaccinale. Il tampone non è richiesto ai bambini sotto i 5 anni. La regola vale anche per i possessori di Green Pass, sempre per il motivo che al momento non ci sono accordi bilaterali tra i due Paesi e nemmeno tra Unione Europea e Unione Africana o singoli paesi. Com’è risaputo il Kenya accetta turisti dall’Italia, e l’ufficio immigrazione presente negli aeroporti di Nairobi e Mombasa, timbrerà il visto turistico equivalente alla data di ritorno segnalata sul visto online, a meno di diversa indicazione del turista, fino ad arrivare a 3 mesi. Lo stesso visto turistico sarà poi eventualmente rinnovabile per altri 3 mesi. Il costo del visto è sempre di 50 USD o 40 euro. Ricordiamo che per compilare il visto online bisogna andare al link evisa.go.ke del sito dell’immigrazione keniana.
By malindikenya.net
17 dicembre 2021
IL KENYA
INIZIA A CONSIDERARE LA TERZA DOSE
Esperti e virologi: "Scorte ci sono, Governo incoraggi"
Anche il Kenya sta pensando di attivare le procedure per offrire ai cittadini che la
richiedessero, una terza dose di richiamo vaccinale. Le richieste in tal senso arrivano da una serie di esperti e dirigenti dei comparti della Sanità keniota, in seguito alla presenza conclamata
della variante Omicron nel paese.
La percentuale di casi di Covid-19 in pochi giorni ha nuovamente superato la percentuale definita “di attenzione” del 10%, dopo essere scesa precedentemente fino all’uno per cento e non avere
nell’ultimo mese mai superato quota 6%.
"Scientificamente, c'è la prova che l'immunità acquisita dall'infezione o dalla vaccinazione, non duri più di 12 mesi” ha detto il dottor Andrew Mulwa, Capo della Direzione della Salute
Preventiva e Promozionale - "stiamo considerando l'idea di introdurre vaccini di richiamo, soprattutto per i più vulnerabili che sono gli anziani, dato che almeno il 70% della mortalità
documentata attualmente, è tra la popolazione vulnerabile”.
Benchè l’obbiettivo del governo sia quella di raggiungere al più presto la totalità degli adulti vaccinati, circa 30 milioni, la percentuale al momento è ancora bassissima (un vaccinato completo
su 9) anche se secondo gli esperti, il Kenya è a buon punto con la cosiddetta immunità di gregge.
“La nuova variante si sta diffondendo più velocemente ma più debole, il che per me, da un punto di vista scientifico è una buona cosa – ha espresso Mulwa in un’intervista rilasciata al quotidiano
The Standard - perché stiamo assistendo all’indebolimento progressivo di questa variante, che può essere un'indicazione della fine della pandemia. Stiamo quindi chiedendo ai kenioti di vaccinarsi
per proteggersi in maniera quasi certa".
Anche la CEO della Pharmaceutical Society of Kenya, Daniella Munene, sostiene e rilancia l'idea di rendere possibile un terzo vaccino per aumentare l'immunità mentre il paese si dirige verso la
stagione delle feste.
"Questo è il momento migliore per offrire la possibilità dei richiami per coloro che sono disposti a prendere una dose supplementare – ha detto - Il paese ha la disponibilità di più dosi, e già
stiamo correndo contro il tempo, per utilizzarli tutti".
I vaccini somministrati fino ad ora sono poco più di otto milioni, ma il Kenya ne possiede 23 milioni, quindi ci sarebbe possibilità, unitamente a chi ancora deve presentarsi per la prima dose o
per la seconda, per iniziare a somministrare la terza dose.
Proprio l’aumento delle scorte registrato nelle ultime settimane spinge i medici e i virologi a chiedere al Governo di incoraggiare i cittadini a recarsi nei punti vaccinali.
By
malindikenya.net
16 dicembre 2021
>PRIMI
CASI DI VARIANTE OMICRON IN KENYA
Ministro Sanità: "Niente allarmismi ma vaccinatevi"
Era praticamente inevitabile: sono arrivati anche in Kenya i primi casi di variante.
Lo ha confermato ieri il Ministro della Salute Mutahi Kagwe, durante un comunicato in cui avvertiva i connazionali di non entrare in “modalità panico” ma allo stesso tempo di aumentare le
precauzioni, anche per la presenza di un’altra influenza piuttosto fastidiosa causata dalle temperature insolitamente basse di questo periodo in gran parte del paese e dalle piccole piogge
arrivate decisamente in ritardo.
Per quanto riguarda la variante sudafricana del virus, i primi tre casi sono stati riscontrati dopo controlli effettuati su altrettanti viaggiatori in arrivo dal Sudafrica, due cittadini kenioti
e un sudafricano.
“Abbiamo anche noi riscontrato casi di variante omicron – ha spiegato il Ministro – in viaggiatori in arrivo dal Sudafrica, ma questa variante è ormai dominante in tutto il mondo. Stiamo portando
avanti i nostri studi per circoscriverla e i pazienti sono già stati quarantinati. Esorto tutti i connazionali a vaccinarsi prima possibile: chi è vaccinato ha molte meno possibilità di avere
conseguenze importanti sia per il Covid-19 sia per le sue varianti”.
Riguardo alle voci di un possibile lockdown o altre misure di contenimento previste a ridosso delle feste, Kagwe ha escluso per il momento restrizioni significative, come ad esempio il coprifuoco
a Nairobi.
“I nostri esperti stanno discutendo il problema – ha confermato – osservando l’andamento del virus nel paese. Le varianti vanno e vengono. Quando si va in un pub e si è in cinque a un tavolo e
uno ha la variante, è probabile che tutti escano da lì con il virus. Tuttavia, l'unica grazia salvifica è che molte persone non si stanno ammalando gravemente; dà sintomi lievi con un po' di
febbre".
By
malindikenya.net
15 dicembre 2021
ORDINANZA ITALIA: KENYA TABÙ ALMENO FINO A FEBBRAIO
Da oggi fino al 31 gennaio non cambia niente, anzi ...
Il Kenya e gli altri paesi dell’Africa Subsahariana restano tabù dall’Italia almeno fino al prossimo 31 gennaio 2022, ma la
proroga dello stato d’emergenza nazionale da parte del Presidente del Consiglio Draghi non fa presagire niente di buono nemmeno per il proseguo, per quanto riguarda le destinazioni inserite nella
cosiddetta “Fascia E”.
Quindi si rinnovano le stesse restrizioni che erano in vigore fino a ieri, ovvero
NON SI PUO’ ENTRARE IN KENYA PER TURISMO ma solamente come cittadini kenioti, residenti o domiciliati nel paese, oppure parenti degli stessi.
Vi sono alcune eccezioni, legate a comprovati motivi di lavoro, studio ed altre urgenze che, come detto, devono essere documentare e allegate ad un’autocertificazione.
Dal Kenya, peraltro, l’ingresso per turismo sarebbe possibile tramite visto online.
AL RITORNO DAL KENYA BISOGNA RISPETTARE 10 GIORNI DI QUARANTENA
Questo riguarda anche gli italiani vaccinati ed in possesso di Green Pass, residenti o cittadini non c’è differenza.
NESSUN NUOVO CORRIDOIO TURISTICO
Durante l’annuncio della precedente ordinanza, con scadenza 15 dicembre 2021, il Ministero del Turismo aveva fatto sapere che stava lavorando di concerto con quello della Salute per attivare
nuovi corridoi turistici “covid free” nel mondo, per permettere ai viaggiatori italiani di poter trascorrere le vacanze di Natale e Capodanno in luoghi caldi ed esotici. Su Kenya e Zanzibar non
c’era molta fiducia in un’apertura, ma si era parlato di altre destinazioni africane come Tunisia e Capo Verde, oltre che Thailandia per l’Asia. Niente da fare neanche per loro. Tutte le altre
disposizioni restano invariate, ma l’ordinanza del Ministro Speranza presenta anche altre restrizioni, specialmente per e da i paesi europei. Ad esempio, i non vaccinati dovranno osservare 5
giorni di quarantena arrivando da qualsiasi destinazione straniera.
“Questa è una sfida del presente – ha spiegato Speranza – come ci dicono i numeri che arrivano ogni giorno. Non solo dai paesi del mondo, ma anche dalle nostre regioni. Sono numeri in crescita
costante da numerose settimane, che segnalano un’epidemia che continua ad essere un pericolo reale con cui fare i conti”.
Peccato che dal Kenya non arrivino numeri preoccupanti e da settimane il trend sia in diminuzione, anche se negli ultimi giorni c’è stata una ripresa. Ma tant’è, tutto rimane invariato per almeno
un altro mese.
By
malindikenya.net
20
settembre 2021
KENYA ANDATA E RITORNO:
AGGIORNAMENTI SU OBBLIGHI E REQUISITI
Ultime su PLF ed eccezioni: controlli random in aeroporto
Attualmente e almeno fino al prossimo 25 ottobre, l’Italia ha inserito il Kenya nella fascia E che raggruppa le nazioni nelle
quali i cittadini italiani non possono recarsi per turismo, con alcune eccezioni.
Eccole:
LAVORO: Significa avere già un permesso di lavoro in Kenya e il relativo timbro sul passaporto. Alcuni connazionali non sono stati fatti partire dall’Italia perché non hanno
prodotto l’evidenza del loro permesso di lavoro, pur avendo presentato “screenshot” o stampate della richiesta all’Ufficio Immigrazione keniota.
Altri sono stati bloccati perché unicamente in possesso di una richiesta di assunzione da parte di una compagnia keniota.
ASSOLUTA URGENZA:In questa categoria rientrano i ricongiungimenti familiari con autocertificazione dell’urgenza e documenti che attestino il rapporto di parentela con italiani
residenti in Kenya o cittadini kenioti. Riguardo ai problemi di salute, il decreto non è molto chiaro. Si consiglia di chiedere in Questura, al Ministero degli Esteri o in uffici italiani
competenti.
Chi lo ha fatto, secondo le notizie riportate a malindikenya.net, ha ricevuto risposta che si tratta comunque di possibilità legate solo a chi è residente o cittadino keniota residente in
Italia.
RIENTRO ALLA PROPRIA ABITAZIONE O DOMICILIO: I residenti in Kenya che abbiano il solo permesso di soggiorno (pensionati ecc...) possono rientrare se in possesso di tale permesso.
Chi possiede una casa dichiarata anche in Italia potrebbe fare richiesta di trasferimento in quella. Ma conviene chiedere preventivamente in Prefettura. Anche i regolari contratti di affitto sono
accettati.
TUTTE LE ALTRE MOTIVAZIONI POTREBBERO NON ESSERE ACCETTATE.
A seguito di numerose segnalazioni, i controlli negli aeroporti si stanno intensificando, così come le pressioni sulle compagnie aeree che dovrebbero effettuare un primo controllo sui passeggeri.
Il secondo dovrebbe essere effettuato dalle autorità italiane al controllo passaporti. Chi ha la seconda casa in Kenya o un regolare contratto d'affitto o ha motivi comprovati di urgenza può
dimostrarli con un'autocertificazione ed allegati documenti ed imbarcarsi, previo visto online rilasciato dalle autorità keniote.
Per disposizione delle autorità dell’Immigrazione keniota alle compagnie aeree, infatti chi non avrà il visto online non sarà nemmeno imbarcato su un volo diretto in Kenya.
Il fatto che tanti connazionali stiano partendo comunque per turismo e non vengano controllati in aeroporto non rappresenta una certezza totale di possibilità di essere imbarcati. A volte vengono
effettuati controlli casuali, a volte un impiegato pignolo al check-in può farvi perdere viaggio e biglietto.
INGRESSO IN KENYA:IL KENYA ACCETTA I TURISTI DALL'ITALIA
Timbrerà a chi arriva il visto turistico di 3 mesi rinnovabile poi per altri 3.
Il costo del visto è sempre di 50 USD o 40 euro.
Ricordiamo che per compilare il visto online bisogna andare al link accounts.ecitizen.go.ke/register/visitor del sito dell’immigrazione keniota.
VIAGGIO IN KENYA, OBBLIGHI: Per entrare in Kenya è necessario presentare all’aeroporto di Nairobi o Mombasa il Tampone PCR (non sierologico, non altro tipo di analisi)
effettuato non più di 96 ore prima dell’arrivo in Kenya. ANCHE PER I POSSESSORI DI GREEN PASS perché al momento non ci sono accordi bilaterali tra i due Paesi e nemmeno tra
Unione Europea e Unione Africana o singoli paesi.
Quindi per essere chiari: Tampone PCR 96 ore prima dell'arrivo negli aeroporti del Kenya per tutti.
CON QUESTI REQUISITI NON CI SARA' BISOGNO DI QUARANTENA IN KENYA.
QR CODE: Bisogna ottenere il codice QR che verrà scansionato dalle autorità keniote per avvertire il Ministero della Salute ed altri uffici della vostra presenza sul territorio
keniota. Lo potete ottenere compilando ed inviando questo FORM:
https://ears.health.go.ke/airline_registration/
RITORNO: Per tornare dal Kenya, oltre a dover presentare in uscita a Mombasa o Nairobi il tampone fatto 72 ore prima (e farlo non vi sottrae dalla quarantena, che è sempre
comunque soggetta a controlli occasionali e alla vostra comunicazione all'ASL tramite autocertificazione), da Gazzetta Ufficiale del 17 aprile 2021 ora si deve presentare un tampone molecolare
(PCR) o antigenico effettuato al massimo 48 ore prima nel Paese di partenza. Nella difficoltà di riuscire in Kenya ad avere un PCR fatto non oltre le 48 ore, la soluzione più semplice potrebbe
essere rappresentata dal PCR di 96 ore per uscire e dall'antigenico del giorno prima per entrare in Italia.
Si consiglia quindi di fare sempre e comunque il tampone PCR nonostante fino ad ora nominalmente l'obbligo per l'imbarco di ritorno in Italia può essere richiesto solo dalle compagnie aeree e non
ci siano comunicazioni ufficiali scritte dal parte del Governo keniota, ormai ai controlli prima dei check-in viene comunque chiesto.
Alla partenza, bisognerà consegnare anche un altro modulo: il PASSENGER LOCATOR FORM. Si tratta di un modulo grazie al quale vengono raccolte le informazioni di contatto e le
specifiche sull’indirizzo della permanenza in territorio nazionale per permettere all’Autorità Sanitaria italiana di contattarli tempestivamente qualora esposti ad una malattia infettiva
diffusiva.
In caso di viaggio in aereo, sarà compito del vettore verificare l’avvenuta compilazione del dPLF prima dell’imbarco del passeggero.
La mancata compilazione comporterà il diniego all’imbarco.
Per maggiori informazioni, si raccomanda di consultare le Ordinanze su citate, il sito web del Ministero della Salute e le compagnie aeree interessate. Il dPLF andrà inviato obbligatoriamente
prima dell’imbarco. Sarà comunque sempre modificabile il campo relativo al numero di posto assegnato sul volo.
Per compilare il dPLF è necessario:
- collegarsi al sito https://app.euplf.eu;
- seguire la procedura guidata per accedere al dPLF;
- scegliere l'Italia come Paese di destinazione;
- registrarsi al sito creando un account personale con user e password (è necessario farlo solo la prima
volta);
- compilare e inviare il dPLF seguendo la procedura guidata.
Una volta inviato il modulo, il passeggero riceverà all'indirizzo e-mail indicato in fase di registrazione, il dPLF
in formato pdf e QRcode che dovrà mostrare direttamente dal suo smartphone al momento dell’imbarco. In alternativa, il passeggero potrà stampare una copia del dPLF da mostrare all’imbarco. È
sufficiente compilare un unico dPLF per nucleo familiare. Per maggiori informazioni consultare il sito Passenger Locator Form digitale Europeo. Per informazioni dettagliate sulla compilazione
obbligatoria dei Passenger Locator Forms si rimanda al sito web del Ministero della Salute.
By
malindikenya.net
18
agosto 2021
SENZA VACCINI IL KENYA RISCHIA
L'EMARGINAZIONE
USA, GB e GERMANIA sconsigliano i viaggi, e l'ITALIA....
La comunità internazionale sta iniziando a spazientirsi con il Kenya per la lentezza e la disorganizzazione
della sua campagna vaccinale. Un Paese in via di sviluppo con grandi coinvolgimenti economici e con settori in stallo come ad esempio il turismo, non può permettersi di stare alla finestra ed
attendere che qualcuno doni vaccini e organizzi il processo di immunizzazione dei kenioti.
D’altra parte, il Ministero della Salute, tra proclami e promesse, attese di forniture e intere zone del Paese non coperte, con nessuna seria campagna di informazione e sensibilizzazione per i
cittadini, da quando sono arrivati i primi vaccini nel Paese, lo scorso marzo, ha vaccinato completamente poco più del 2% della popolazione, con alcune contee, come Marsabit, che sono sotto lo
0,5%, secondo un rapporto redatto dallo stesso Ministero.
L’arrivo in Kenya della variante delta dall’India ha ulteriormente complicato le cose, perché il Kenya è stato inserito nei paesi che hanno questa mutazione del virus in corso e quindi sono
ancora più sotto osservazione.
Gli Stati Uniti, prima nazione per afflusso di viaggiatori, sia per turismo che per business o organizzazioni internazionali in Kenya, la scorsa settimana ha riportato il Kenya al livello 3 di
allerta per i viaggi, tornando a sconsigliare ai propri cittadini di recarvisi in questo periodo. La Gran Bretagna ha invece confermato il Kenya nella sua “red list” del Covid-19, segnalando una
pericolosità maggiore per la nazione africana rispetto addirittura all’India. Motivo? Proprio la velocità con qui gli asiatici stanno procedendo all’immunizzazione della propria gente. All’inizio
di questa settimana, anche la Germania ha fatto un passo indietro rispetto al Kenya, nonostante le aperture ottimistiche dei mesi scorsi che avevano tra l’altro portato la compagnia di bandiera
Lufthansa ad aprire la rotta su Mombasa. Ora per la Germania, che per principio non vieta i viaggi ma li sconsiglia vivamente, ha ristabilito il regime di isolamento e quarantena per chi torna
dal Kenya, scoraggiando i tour operator a scommettere sulle sue destinazioni turistiche.
Questo accavallarsi di decisioni a sfavore del Kenya devono far riflettere il Governo di Nairobi, perché altri Paesi potrebbero presto aggiungersi, come ammonisce la stampa nazionale, alla lista
di chi ritiene il Kenya tabù.
Per quanto ci riguarda da vicino, con una situazione internazionale del genere, è attualmente impensabile che l’Italia, dal prossimo 30 agosto, possa riaprire ai viaggi per turismo verso il Kenya
e di conseguenza abolire la quarantena di 10 giorni al ritorno.
La lentezza del processo vaccinale è segnalata come il problema principale, oltre alla scarsa applicazione delle restrizioni da parte della maggioranza dei kenioti e ad “un potente mix di
ignoranza, mancanza di facile accesso, miti, disinformazione e credenze tradizionali e religiose” che secondo un editoriale del quotidiano Daily Nation “sta facendo deragliare l'adozione del
vaccino di AstraZeneca”.
La situazione non si ritorce solo sul turismo, secondo il quotidiano, molti kenioti che hanno rapporti di lavoro, di studio ed affettivi con l’Europa, si sono visti dallo scorso giugno rifiutare
i visti di soggiorno dalle Ambasciate delle Nazioni a cui lo avevano richiesto e che in passato non avevano negato il viaggio.
“Tali restrizioni di viaggio probabilmente danneggeranno le imprese e colpiranno l'economia, con le fonti di guadagno in valuta estera, come il turismo, che probabilmente rimarranno nel gelo”.
Segnala il Daily Nation, riportando le parole del dottor Willis Akhwale, presidente della Task Force keniota sul vaccino, che definisce la situazione come pura geopolitica.
“Il nostro obiettivo attuale è quello di vaccinare il più possibile – ha spiegato Akhwale - Ci aspettiamo altre dosi di J&J entro il 23 o 24 di questo mese, anche se il programma Covax deve
ancora dirci esattamente quante dosi”.
Secondo gli esperti ed analisti di geopolitica, il Kenya deve garantire al più presto che i cittadini siano vaccinati in modo da avere la mobilità internazionale e in particolare un Paese che
dipende molto dal turismo dovrebbe farlo ancora più velocemente”.
Non è comunque solo la situazione dei vaccini a preoccupare le altre nazioni, ma la disorganizzazione generale e la mancanza di attrezzature e servizi per chi si ammala che riporta il Kenya,
tanto decantato tra i paesi in via di sviluppo e con grandi potenzialità per entrare di diritto nel "club" del G 20, ad essere considerato alla stregua di tante altre realtà africane da "terzo
mondo". Martedì 17 agosto il Ministro della Sanità Mutahi Kagwe ha ammesso nuovamente il problema della mancanza di ossigeno ed ha esortato le Contee ad approvvigionarsi e rendere le strutture
compatibili con gli standard attuali per fornire le cure essenziali a chi ne ha bisogno.
By malindikenya.net
30 gigno 2021
COPRIFUOCO IN KENYA PROLUNGATO DI ALTRI 60 GIORNI
Tutte le misure decise dal presidente Kenyatta
Il Presidente del Kenya Uhuru Kenyatta ha esteso ieri, martedì 29 giugno, il regime di coprifuoco nel Paese per altri 60 giorni con gli stessi orari di chiusura, ovvero dalle 22 alle 4 del
mattino.
Con un intervento dalla State House di Nairobi, il Presidente ha confermato anche altre restrizioni tuttora in vigore, prima tra tutte quella del lockdown di 13 contee del Nord Ovest che
proseguiranno con il loro coprifuoco dalle 19 alle 4 del mattino.
Le contee sono le seguenti: Homa Bay, Migori, Kisumu, Siaya, Busia, Kakamega, Vihiga, Bungoma, Kisii, Nyamira, Kericho, Bomet e Trans Nzoia.
Il presidente Kenyatta ha altresì dichiarato che per quanto riguarda i raduni religiosi nei luoghi di culto, per altri 60 giorni bisognerà rispettare la regola di un terzo della capacità dei
locali, con il rispetto delle linee guida del consiglio interreligioso.
Così è per i raduni pubblici, che sono vietati per altri 60 giorni e i funerali, per cui il limite rimane di 100 persone presenti alle cerimonie. Allo stesso tempo, la sepoltura dei propri cari
dovrà essere effettuata entro 96 ore dal loro decesso.
Tutti gli ospedali sono stati indirizzati a limitare il numero di visitatori per i pazienti ricoverati a un visitatore per paziente al giorno.
"Tutte le altre regole, linee guida e protocolli non rivisti attraverso questo Ordine Pubblico continueranno ad essere applicati fino a diversa notifica” ha aggiunto il presidente Kenyatta.
Soffermandosi sull’emergenza pandemia, il Capo di Stato ha confermato che per entrare nel Paese sarà sempre richiesto il tampone PCR con validità non superiore alle 96 ore prima
dell’arrivo.
Per quanto riguarda invece i vaccini, Kenyatta ha dichiarato che il Governo ha intenzione di vaccinare l’intera popolazione adulta, circa 26 milioni di persone entro il 2022.
“Prima di Natale di quest'anno – ha detto il Presidente – è nostra intenzione di vaccinare oltre 10 milioni di adulti. Secondo i nostri esperti, a partire dal prossimo agosto, avremo sviluppato
una capacità di vaccinare 150.000 persone ogni giorno".
By malindikenya.net
27 marzo 2021
VACCINO PER TUTTI I CITTADINI E I RESIDENTI STRANIERI PRESENTI IN KENYA
Da lunedì 29 marzo tutti i cittadini e i residenti stranieri presenti nel Paese di età superiore ai 58 anni potranno essere vaccinati grazie al programma Covax per i Paesi in via
di sviluppo.
Il Ministro Mutahi Kagwe ha confermato che sono già state distribuite, in vari centri regionali in tutto il paese, 530.000 dosi del vaccino AstraZeneca e che fino ad oggi sono già state vaccinate
40.000 persone. La priorità è stata data agli operatori sanitari, poi alle forze di polizia, impiegati degli uffici governativi e insegnanti.
La vaccinazione dei cittadini e residenti stranieri "over 58" avverrà in tutte le strutture pubbliche del Kenya ed anche in quelle private che sono state scelte di cui, per quanto riguarda la
costa, eccovi l’elenco:
A Mombasa i principali ospedali privati (Mombasa Hospital, Pandya e Aga Khan) oltre al Coast General Hospital della Contea ed altre 4 strutture, più il Premier Hospital di Nyali.
A Diani il Diani Beach Hospital e il Kinondo Hospital (privati) oltre all’ospedale pubblico di Msambweni ed altre 4 strutture nella Contea di Kwale.
Nella Contea di Kilifi, a Malindi oltre al SubCounty Hospital, la Tawfiq Clinic, lo Star Hospital, il Meridian, l’Afya Hospital di Mtangani, a Watamu il Watamu Hospital e a Kilifi l’ospedale di
Contea, oltre ad altre sei strutture, tra Kaloleni, Mariakani e Rabai.
Altri 3 ospedali saranno attivi a Lamu, 3 nella Contea di Tana River, 6 in Taita Taveta (di cui 3 a Voi).
Per quanto riguarda i residenti stranieri di stanza a Malindi e Watamu, c’è da compilare una autodichiarazione e presentarla al Malindi Chemist, in Lamu Road (di fianco all’Absa Bank, ex Barclays
Bank).
Il vaccino che dovrebbe essere gratuito (ma per residenti, meglio chiedere preventivamente al Malindi Chemist all’atto della consegna del documento), è AstraZeneca.
Il richiamo dovrebbe avvenire in un periodo massimo di due mesi.
Per la fine di aprile, da quanto è trapelato in questi giorni dai media locali, in Kenya dovrebbe essere anche disponibile il vaccino russo Sputnik, al prezzo di Kes. 5500 per dose, quindi Kes.
11.000 per vaccino e relativo richiamo.
Altri vaccini dovrebbero arrivare in seguito.
By malindikenya.net
27 marzo 2021
NAIROBI CHIUSA. STAGIONE TURISTICA FINITA IN TUTTO IL KENYA
Se Nairobi piange, la costa keniota di sicuro non ride. Da lunedì 29 marzo tutti i voli domestici saranno cancellati fino a data da destinarsi.
Oltre al lockdown dell’area “infetta”, come viene definita, che comprende le 5 contee confinanti di Nairobi, Kiambu,
Machakos, Nakuru e Kajiado, il coprifuoco è stato anticipato di due ore, ovvero alle 20 e che, per i locali, significa chiudere l’attività alle 19, per permettere ai dipendenti di tornare a
casa.
Chi si vorrà muovere per raggiungere le altre contee, durante le vacanze pasquali, dovrà farlo previa autorizzazione e con il proprio mezzo, perché anche ai trasporti pubblici non sarà concesso
viaggiare fuori dall’area infetta.
Da lunedì 29 marzo tutti i voli domestici saranno cancellati fino a data da destinarsi, per effetto collaterale delle decisioni del Governo di chiudere la Contea di Nairobi e le 4 contee
confinanti.
Chiunque arriverà dall’estero a Nairobi, dovrà trattenersi all’interno della capitale o nelle altre 4 contee interessate dalle restrizioni di lockdown, fino a quando il decreto non cesserà.
Per quanto riguarda i safari nel Maasai Mara, questi potranno essere garantiti fintanto che le zone visitate si trovino nella contea di Kajiado.
17 gennaio 2021
ITALIA-KENYA ANDATA E RITORNO: COSA SERVE
Tutte le informazioni aggiornate per il viaggio.
Il nuovo DPCM italiano del 16 gennaio non ha cambiato di fatto nulla in materia di viaggi oltre l'Europa, ovvero la cosiddetta
"area Schengen".
Restano vietati ufficialmente quindi gli spostamenti per turismo.
Chi ha la seconda casa in Kenya o un regolare contratto d'affitto o ha motivi comprovati di urgenza può dimostrarli con un'autocertificazione ed allegati documenti ed imbarcarsi, previo visto
online rilasciato dalle autorità keniote.
Per disposizione delle autorità dell’Immigrazione keniota alle compagnie aeree, infatti chi non avrà il visto online non sarà nemmeno imbarcato su un volo diretto in Kenya. Ricordiamo che per
compilare il visto online bisogna andare al link accounts.ecitizen.go.ke/register/visitor del sito dell’immigrazione keniota.
Il fatto che tanti connazionali stiano partendo comunque per turismo e non vengano controllati in aeroporto non rappresenta una certezza totale di possibilità di essere imbarcati. A volte vengono
effettuati controlli casuali, a volte un impiegato pignolo al check-in può farvi perdere viaggio e biglietto.
Poi c'è il capitolo "necessaire" per l'emergenza pandemia:
TAMPONE: Per entrare in Kenya è necessario presentare all’aeroporto di Nairobi o Mombasa il Tampone PCR (non sierologico, non altro tipo di analisi) effettuato non più di 96 prima della partenza.
Questo recita il protocollo keniota e viene segnalato anche dal nostro Ministero degli Esteri. Tuttavia ultimamente può accadere che ci siano indicazioni sulle 96 ore prima dell’arrivo in Kenya.
Questo è già capitato ed è un problema di interpretazione del protocollo (che in inglese dice “before travel”, quindi “prima del viaggio”). Per essere totalmente certi di entrare in Kenya,
conviene quindi avere il Tampone effettuato non più di 96 ore dall’arrivo in Kenya.
CON QUESTI REQUISITI NON CI SARA' BISOGNO DI QUARANTENA
QR CODE: Bisogna ottenere il codice QR che verrà scansionato dalle autorità keniote per avvertire il Ministero della Salute ed altri uffici della vostra presenza sul territorio keniota. Lo potete
ottenere compilando ed inviando questo FORM:
https://ears.health.go.ke/airline_registration/
Per tornare dal Kenya, attualmente il Governo del Paese non richiede il tampone, né lo richiede l'Italia all'ingresso (e farlo non vi sottrae dalla quarantena, che è sempre comunque soggetta a
controlli occasionali o alla vostra comunicazione all'ASL).
Per adesso l'obbligo di tampone per l'imbarco di ritorno in Italia può essere richiesto solo dalle compagnie aeree.
Si consiglia quindi di chiedere alle stesse compagnie con cui viaggiate e in ogni caso fare il tampone può essere una forma di rispetto per gli altri viaggiatori e di tranquillità per chi
parte.
By malindikenya.net
12 gennaio 2021
NESSUN OBBLIGO DI TAMPONE IN USCITA DAL KENYA
Per ora, contrariamente a quanto stabilito dal Ministero della Sanità del Kenya, è ancora a discrezione delle singole compagnie aeree.
Per gli spostamenti tra Italia e Kenya, ove non ci siano obblighi nei transiti aeroportuali da parte dei Paesi dove si effettua il
cambio di velivolo, tutto rimane invariato.
L’obbligo di tampone in uscita, come segnala il sito dell’Ambasciata d’Italia in Kenya, resta a discrezione delle compagnie aeree, nonostante il comunicato emesso nei giorni scorsi dal Ministero
della Salute riguardo all’utilizzo del codice TT (Trusted Travel) che è un sistema di sicurezza per controllare l’autenticità dei tamponi. Sistema che è stato messo in pratica già nel Continente
africano e che è stato approvato anche da Francia, Germania e Stati Uniti, ma che non ha ancora sortito l’effetto dell’obbligo di presentare un certificato di Covid-19 negativo alle autorità del
Kenya per poter uscire dal Paese.
Così come per entrare in Kenya dall’Italia resta invariata la richiesta del tampone PCR effettuato non più tardi di 96 ore prima dell’arrivo e del QR code da presentare nei porti d’entrata.
Da segnalare però che nel comunicato del Ministero della Salute si presuppone l’obbligo di tampone con codice TT in uscita per chiunque. Bisognerà vedere cosa deciderà il Governo nelle prossime
ore, giorni, o anche mai.
Questo comunque l’avviso della Ambasciata Italiana.
Le autorità del Kenya hanno lanciato un nuovo sistema online di verifica dei test COVID per i passeggeri in arrivo nel Paese, in vigore a partire dall’11 gennaio 2021.
I passeggeri in arrivo dovranno registrarsi ed entrare nel sito https://trustedtravel.panabios.org/ ; registrarsi;
selezionare la voce “Check in” e scegliere il tragitto del proprio viaggio; caricare il proprio certificato COVID PCR negativo ed inserire le proprie informazioni di volo. La procedura serve a
generare un codice “Trusted Travel” alfanumerico ed in formato QR, che potrà essere richiesto in aeroporto.
Nelle more della piena operatività di questo nuovo sistema (e nel caso la procedura suesposta non vada a buon fine), si raccomanda comunque ai viaggiatori in arrivo in Kenya di avere con sé il
proprio certificato negativo per test COVID PCR svolto non prima di 96 ore dall’arrivo in Kenya, tradotto in inglese.
Per i viaggiatori in partenza dal Kenya e diretti verso l’Italia, continua a non vigere l’obbligo di presentare un certificato COVID negativo, salvo che lo stesso non sia richiesto dalla
compagnia aerea o dal Paese in cui si effettua il transito aeroportuale.
Ove tale circostanza si verifichi, i viaggiatori che effettuino un test COVID in uno dei laboratori autorizzati dal Governo del Kenya, riceveranno una mail e/o un SMS da PanaBIOS con delle
istruzioni per generare online il proprio codice “Trusted Travel” (ove ciò non avvenga dopo un certo lasso di tempo, si consiglia di contattare e sollecitare il laboratorio in cui si è svolto il
test). Anche in questo caso, si raccomanda comunque di avere con se il proprio certificato cartaceo.
By malindikenya.net
3 gennaio 2021
KENYA ESTENDE COPRIFUOCO FINO AL 12 MARZO 2021
Resta in vigore la chiusura di bar e ristoranti alle 21.
Il Kenya ha deciso poco fa di prolungare il coprifuoco nazionale, in atto ogni sera dalle 22 alle 4, fino al 12 marzo 2021.
Lo ha annunciato il Ministro dell’Interno Fred Matiang’i all’uscita dalla riunione del Comitato di Risposta Nazionale alle Emergenze (NERC), comunicando una decisione arrivata direttamente dal
Presidente Uhuru Kenyatta.
“Il Capo di Stato ha deciso di mantenere il coprifuoco nel tentativo di frenare la diffusione del virus Covid-19, anche perché il calendario scolastico riprende domani, lunedì 4 gennaio.
Contemporaneamente Il presidente Uhuru Kenyatta ha esteso alcune delle misure di contenimento in vista della riapertura delle scuole. Ci rendiamo conto di non essere nella normalità, a causa del
Covid-19. Così il nostro Presidente ha emanato un ordine esecutivo per garantire la salute dei nostri figli e quindi un prolungamento della chiusura notturna nazionale”. Matiang’i ha
confermato anche che le altre misure che dipendono dal “curfew” (coprifuoco), ovvero la chiusura di ristoranti e bar alle 21, resteranno in vigore, così come che le riunioni religiose o politiche
nelle sale chiuse abbiano non più di un terzo della capienza, che ai matrimoni e funerali non possano partecipare più di 150 persone e in distanza sociale e che tutti gli assembramenti all’aperto
e comizi politici siano banditi, così come le attività sportive al di fuori delle singole scuole.
By malindikenya.net
15/12/2020
Attenzione!
Dal 1 gennaio 2021 per entrare in Kenya solo visto online!
A partire dal 1 gennaio 2021 i visti d'ingresso in Kenya saranno
rilasciati esclusivamente per via elettronica, con l'obbligo per i passeggeri di ottenere il visto elettronico prima della partenza. Il visto elettronico (eVisa) sarà un obbligo d'ingresso per
tutti i viaggiatori. La piattaforma online permette a chi viaggia verso il Kenya e ne ha diritto, di ottenere il permesso di entrare nello Stato africano in modo molto più rapido e semplice
rispetto alla richiesta presso un'ambasciata o un consolato.
Il visto di ingresso singolo potrà essere richiesto esclusivamente on line sul sito evisa.go.ke.
29/09/2020
Attenzione!
Il Presidente del Kenya, Uhuru
Kenyatta, ha esteso il coprifuoco per altri sessanta giorni, dalle 11 di sera alle 4 del mattino. Bar e pub potranno riaprire ma solo fino alle 10 di sera.
29/08/2020
VIAGGI ITALIA - KENYA
È possibile recarsi in Kenya dall'Italia per turismo?
No, non è ancora possibile, e probabilmente non lo sarà fino al
prossimo 31 ottobre. È un problema dell’Italia, che segue direttive dell’Unione Europea. Il Decreto vigente stabilisce che non si possa uscire dai Paesi dell’area Schengen (Il Kenya, ovviamente
come tutte le Nazioni extraeuropee e la Svizzera, non ne fa parte) con la sola motivazione di una vacanza. Il fatto che si vogliano trascorrere 3 o più mesi in Kenya, ma sempre con visto
turistico, non è un motivo valido che permette il viaggio. In questo caso acquistare un biglietto aereo per recarvi in Kenya da turista è operazione a vostro rischio e pericolo. Può andarvi bene
e al check-in aeroportuale non esservi richiesto il motivo del viaggio, ed eventuale autocertificazione e documenti allegati, così come può capitare che non succeda. Nel caso, all'arrivo in Kenya
non ci sarà comunque alcun problema ad ottenere il visto turistico.
Quali sono i motivi per cui un italiano può recarsi in Kenya?
Un cittadino italiano attualmente può recarsi in Kenya se è residente in quel Paese, oppure se ha un permesso di lavoro temporaneo, un rapporto di volontariato o segue un programma di studio, ricerca. Altresì, mostrando un’autocertificazione corredata da documenti comprovanti l’autenticità della richiesta, può essere stato convocato per un lavoro, un convegno o altre attività che abbiano date e riferimenti. O ancora può avere familiari in Kenya e chiedere il ricongiungimento temporaneo. Anche in questo caso serve dimostrare il ricongiungimento con documenti. Chi ha un’abitazione regolarmente denunciata in Kenya, può anche chiedere lo spostamento temporaneo di domicilio.
Per entrare in Kenya ci vuole il tampone o basta il sierologico?
Il Ministero della Sanità del Kenya è stato chiaro, nel suo protocollo emesso il 27 luglio scorso: per i viaggiatori che vogliono entrare nel Paese provenendo dall'estero è necessario il Tampone PCR, emesso entro le 96 (4 giorni) ore dalla partenza del volo. Nel caso si arrivasse in Kenya sprovvisti di questo certificato, le norme locali prevedono che il viaggiatori osservi un periodo di quarantena di 14 giorni. Se ha prenotato un hotel o ha un domicilio segnalato nel modulo online inviato precedentemente al Ministero della Sanità o indicato sul visto online, potrà svolgere la quarantena al domicilio, altrimenti dovrà effettuarla in una struttura governativa, scegliendo tra quelle disponibili, ma a sue spese.
Quali sono attualmente le restrizioni in Kenya?
Come si può notare in tutto il mondo, le norme ci sono ma non sempre
vengono applicate e spesso viene sanzionata solo la più evidente, ovvero la mancanza di mascherina.
In Kenya bisognerebbe rispettare il distanziamento sociale (1.5m), lavare o disinfettare le mani all'ingresso di ogni locale o ufficio, pubblico o privato, e indossare la mascherina.
Inoltre non è possibile passeggiare in spiaggia o fare il bagno in mare, a meno che non si sia ospiti di una struttura turistica, o clienti di un ristorante sul mare.
In Kenya fino al 26 settembre prossimo vige ancora il coprifuoco, dalle 21 alle 4 del mattino.
Nei ristoranti e fast food non si possono somministrare alcolici e la legge punisce sia i venditori che i consumatori. I bar che non danno da mangiare e le discoteche o pub devono restare
obbligatoriamente chiusi. Ricordiamo che la legge keniota, mutuata dalla “common law” inglese, prevede che le contravvenzioni vengano discusse davanti ad un giudice.
Questo fa sì che per evitare la chiamata in corte o di dover trascorrere in cella il tempo che separa dall'udienza, spesso le forze dell’ordine chiedano un “pizzo”, specialmente agli stranieri.
Per questo motivo, nonostante si possa notare in giro gran parte della popolazione non rispettare le norme vigenti (tranne il coprifuoco, per cui c’è l’arresto immediato per tutti), il consiglio
è quello di non sgarrare.
Per tornare in Italia dal Kenya è obbligatorio fare (o rifare) il tampone?
Attualmente non ci sono voli diretti dal Kenya all'Italia, quasi tutti arrivano da Paesi da cui all'arrivo in Italia il tampone PCR non viene richiesto. Ci sono però alcune linee aeree che richiedono il Tampone per l’imbarco. Conviene informarsi con la propria agenzia di viaggio oppure, se si acquista il biglietto online, chiedere direttamente alla linea aerea. Fermo restando che il Tampone PCR è valido 14 giorni, quindi per eventuali vacanze più brevi di dieci giorni non ci sono problemi.
Al ritorno in Italia dal Kenya è obbligatoria la quarantena?
Attualmente sì, viene richiesta la quarantena di 14 giorni al
domicilio o residenza segnalato nell'autocertificazione che viene fatta compilare in aeroporto.
La quarantena in Italia viene applicata con restrizioni e controlli variabili da regione a regione. Facendo il tampone entro 72 ore dalla partenza dal Kenya, però, a seconda delle regioni, sarà
possibile ottenere permessi per uscire di casa anche frequentemente.
By MalindiKenya.net
17/06/2020
Attenzione!
Parziale dietrofront del governo.
Dopo le proteste i ristoranti in Kenya rimarranno aperti fino alle 19.30. Bar e pub restano chiusi. Le distanze tra le persone (1.5m) devono essere rispettate e i tavoli non
possono ospitare più di quattro persone, tenute a 10 metri quadri dalle altre. Inoltre, le misure richiedono che tutti i lavoratori delle strutture siano sottoposti ai tamponi Covid-19 per
ridurre il rischio di diffusione della malattia da parte di camerieri e staff.
07/06/2020
Attenzione!
Il Presidente del Kenya, Uhuru
Kenyatta, ha annunciato la riapertura delle Contee di Kilifi e Kwale, e dei quartieri di Eastleigh a Nairobi e Old Town di Mombasa a partire da domenica 7 giugno con orario
iniziale del coprifuoco dalle 21 (due ore in più del precedente) e riapertura alle 4 del mattino (un’ora prima del precedente).
Coprifuoco allungato di due ore non significa che i ristoranti possono chiudere due o più ore più tardi. Il Ministero della Salute del Kenya ha ribadito che tutti i ristoranti devono
essere chiusi entro le 16.00 come annunciato dal Governo lo scorso aprile.
Non ci sono buone notizie per chi vorrebbe venire in Kenya a breve o per gli stranieri e i businessmen che vorrebbero andare all'estero. Non ci saranno aperture del Kenya verso
l'estero attraverso gli aeroporti internazionali: le misure di contenimento del Covid-19, in questo caso, sono state prolungate di altri 30 giorni. Quindi per adesso i
cieli non riapriranno, ma il Presidente ha annunciato che tra 7 giorni verranno presi provvedimenti per riaprire i voli nazionali.
Secondo il Governo, non ci sono ancora le condizioni tecniche affinché ogni Contea possa affrontare l’eventuale crescita della pandemia nel Paese, considerato che le proiezioni per fine luglio
prevedono circa 30 mila contagiati, ma che nell'idea di una riapertura anche solo parziale ne potrebbero contare 800 mila con 27 mila morti.
Per quanto riguarda gli altri assembramenti, funzioni e meeting, il divieto di ritrovarsi in più di 15 persone è esteso di altri 30 giorni.
Permane il divieto di recarsi in spiaggia, passeggiare e sostare in tutta la costa. Quindi chi va in spiaggia e vi sosta o cammina, rischia una contravvenzione e, in caso non
osservi le regole Covid-19 (mascherina e distanze sociali) anche l’arresto e la quarantena in centri governativi per 14 giorni.
22/04/2020
Attenzione!
Il Presidente del Kenya, Uhuru Kenyatta, il 27 marzo scorso, avvalendosi di una task force di 21 esperti, alla notizia del primo caso di positività ha emanato immediatamente poche e chiare norme
per contrastare il diffondersi del Covid-19: divieto di assembramento, distanza sociale, regole sanitarie, obbligo di mascherine, sospensione dei voli aerei interni e internazionali,
coprifuoco dalle 19 di sera fino alle 5 di mattino fino a data da destinarsi, chiusura delle attività non essenziali e da ultimo il divieto di spostarsi tra le contee con al loro attivo qualche
soggetto risultato positivo al coronavirus.
Nessun mezzo pubblico o privato potrà girare in tutto il Paese, con esclusione dei dipendenti dei settori della sanità, della sicurezza e di altri quadri logistici delle istituzioni.
Il 6 aprile il Presidente aveva annunciato la cessazione dei movimenti in entrata e in uscita dalle tre contee costiere di Mombasa, Kilifi e Kwale per tre settimane.
Da ieri sera, 21 aprile 2020, anche chi risiede nella Contea di Kilifi ma lavora fuori non potrà più rientrare a meno che non abbia una lettera speciale firmata dalla Contea, così come nessun
veicolo commerciale, se non per il trasporto dei soli beni di prima necessità esentati dal lockdown. Altresì nessuno potrà più abbandonare la Contea di Kilifi, nemmeno per transitare unicamente
nelle altre due della costa, ovvero Mombasa e Kwale County. Tutti gli special pass che erano stati consegnati anche a dipendenti del Governo centrale sono stati ritirati.
04/12/2019
Visto Kenya: anche nel 2020 valido il cartaceo
Anche per questa nuova stagione turistica, e si suppone per tutto il 2020, i turisti stranieri potranno ancora entrare in
Kenya con il visto turistico cartaceo compilato e richiesto direttamente alla dogana d'ingresso nel Paese, oltre che con quello online da ottenere solo ed esclusivamente attraverso il sito
evisa.go.ke (gli altri siti che lo propongono o sono agenzie che aggiungono una commissione
oppure sono siti truffa, quindi meglio evitare). Nonostante il visto online sia ormai un dato di fatto e la sua implementazione nel sito dell'Ufficio Immigrazione solitamente lo renda facilmente
ottenibile in poche ore dalla richiesta e dal pagamento con carta di credito, in prossimità dell'alta stagione, con le tante richieste, il rilascio digitare potrebbe avere dei ritardi. Tuttavia
il Ministero del Turismo ha confermato che per il quarto anno consecutivo dalla sua introduzione sarà ancora possibile entrare in Kenya con il permesso cartaceo (50 dollari o 40 euro) ottenuto
direttamente in aeroporto. Considerando la quantità di voli charter e di linea che dal 21 dicembre si sovrapporranno nell'arco delle giornate, il visto online potrebbe evitare un po' di code
supplementari ai turisti, permettendo loro di non dover sostare all'ingresso dell'ufficio immigrazione degli aeroporti per compilare un secondo modulo, mentre il primo solitamente viene fornito
in aereo (dipende dalle compagnie)o scaricare da questo link.
By MalindiKenya.net
02/11/2018
Attenzione!
Il visto d'ingresso in Kenya per i turisti (VISA), vale 90 giorni ed il costo è di 40 euro. Successivamente, pagando circa 20 euro (Kshs 2.200), è estendibile di altri 90
giorni presso gli Uffici di Immigrazione territoriali in Kenya.
Tuttavia all'arrivo negli aeroporti gli Ufficiali kenioti dell’Immigrazione potrebbero timbrare visti per un solo mese.
Il Direttorato dell’Immigrazione del Kenya ha infatti dato disposizioni ai propri Ufficiali nei punti di ingresso doganali di rilasciare VISA Turistici temporanei di un mese estendibili
gratuitamente per i due mesi successivi presso gli Uffici di Immigrazione di competenza territoriale.
Quindi prima della scadenza ci si dovrà rivolgere agli Uffici di Immigrazione territoriali per l’estensione gratuita del visto.
Si fa inoltre presente che la sola estensione anche di un solo giorno nel trimestre successivo (ai primi tre mesi) comporterà il pagamento di una imposta di Kshs 2.200.
Queste disposizioni sono transitorie e soggette comunque a futuri cambiamenti.
05/09/2016
Adeguamento aeroporto di Malindi a scalo internazionale.
La data d’inizio dei lavori di adeguamento della pista è stata certificata dalle parole del Sottosegretario ai
Trasporti Irungu Nyakera con l'inizio del nuovo anno fiscale, che in Kenya significa da giugno. Secondo i progetti presentati tempo fa dal direttore dell’aeroporto, i lavori dovrebbero durare
circa 18 mesi, quindi è plausibile pensare che Malindi avrà finalmente lo scalo internazionale nel 2019, 2020 o nel 2021, stando ai sistematici ritardi burocratici.
12/09/2015
Ripristino dei visti manuali di ingresso in Kenya fino a data da destinarsi.
In una nota diramata dal Ministero dell'Interno e trasmessa a tutti gli interessati, poi
pubblicata dalle agenzie di stampa e dagli enti turistici, il Governo keniota ha deciso di ripristinare i visti manuali anche nel porto doganale di ingresso in Kenya fino a data da destinarsi,
oltre che online.
Il Governo aveva precedentemente disposto:
Il visto di ingresso, fino al 1 settembre 2015, potrà essere rilasciato anche dall'autorità aeroportuale di Nairobi o Mombasa, da detta data il visto di ingresso singolo potrà essere richiesto
esclusivamente on line sul sito evisa.go.ke con un costo di USD $ 51 e pagando utilizzando una carta Visa o
Mastercard. Il tempo di elaborazione è di 2 giorni lavorativi.
Una volta rilasciato, l'e-Visa (il visto d'ingresso elettronico) sarà messo a disposizione sul vostro conto e-Visa.
È necessario stampare una copia del rapporto da presentare, unitamente al passaporto, alle autorità aeroportuali quando si arriva in Kenya.
L'e-Visa ha una validità di 3 mesi, quindi è necessario intraprendere il viaggio prima della sua scadenza.
Giunti al controllo dell'immigrazione nella stazione aeroportuale d'ingresso, viene rilasciato un visto per un periodo di soggiorno non superiore a 90 giorni, che può essere rinnovato per altri
90 giorni presso una sede per l'immigrazione. Il numero massimo di giorni che un visitatore può rimanere in Kenya è di 6 mesi.
Nel caso di cancellazione della richiesta del visto o lo stesso non venga concesso dal governo del Kenya, le tasse non saranno rimborsabili.
Il visto, rilasciato dalle autorità aeroportuali, dovrà essere pagato esclusivamente con carta di credito.
A fronte di sgradite sorprese, suggerisco di effettuare il visto di ingresso online.
Ulteriori avvisi
I viaggiatori, inoltre, devono dimostrare di avere un biglietto di andata e ritorno, in caso contrario è possibile che le autorità richiedano l'acquisto del biglietto di ritorno o di effettuare un deposito rimborsabile.
Le tasse aeroportuali sono incluse
nel biglietto aereo quindi non dovete pagarle al momento della partenza dal Paese come era una volta. È possibile importare valuta straniera sino ad un valore massimo di USD $ 5.000. Nel Kenya,
il denaro deve essere ufficialmente cambiato solo negli uffici preposti come banche o uffici di cambio, anche se il cambio clandestino avviene alla luce del sole.
Le restrizioni doganali sono simili a quelle di altri paesi, le armi sono totalmente vietate, comprese le armi giocattolo (che devono essere comunque denunciate
all'ingresso nel Paese), inoltre è vietata anche la caccia dal 1977. È assolutamente vietato esportare avorio, corni, tartarughe marine, coralli e pellame di rettili.
Ricordiamo che il passaporto dovrà avere una validità residua di almeno sei mesi. All'ingresso nel Paese, viene apposto un timbro sul passaporto dal quale risulta
la durata del soggiorno. Si consiglia al turista di dichiarare il periodo effettivo del soggiorno in Kenya e di controllare il timbro apposto sul passaporto. La proroga del soggiorno di ulteriori
tre mesi può essere estesa solo in Kenya presso gli uffici competenti per l'immigrazione. Le sanzioni per il mancato rispetto di tale procedura possono arrivare anche all'arresto. Per entrare in
Kenya il passaporto deve avere almeno una intera pagina bianca, al fine di poter apporre il visto di ingresso. In caso contrario, i viaggiatori potrebbero non essere accettati nel Paese e fatti
rientrare in Italia con il primo volo utile.
Con la conversione del Decreto legge del 24 aprile 2014 l'Italia si è allineata con gli altri stati dell'Unione Europea abolendo il bollo annuale sul passaporto a
partire dal 23 giugno 2014. È stata prevista, però, l'introduzione di un contributo amministrativo, valevole ai soli fini del rilascio del passaporto ordinario e consistente in un contrassegno
telematico di concessione governativa acquistabile presso i rivenditori di valori bollati, pari a 73,50 euro (prima era 40,29 euro). A tale importo, che riguarda anche le ipotesi di
rilascio a favore dei minori, va aggiunto il costo del libretto, pari a 42,50 euro.
Potrai scaricare informazioni per l'ottenimento dell'e-Visa
KENYA
Nessuna vaccinazione è obbligatoria. Può essere richiesta la vaccinazione contro la febbre gialla, se si proviene da Paesi nei quali il morbo è diffuso. Le Autorità sanitarie del Kenya hanno comunicato che la stessa vaccinazione è richiesta anche ai visitatori che effettuano un transito presso tali Paesi.
TANZANIA
La vaccinazione contro la febbre gialla è obbligatoria esclusivamente per i
viaggiatori provenienti da Paesi dove tale malattia è endemica (Kenya, Etiopia, ecc.), anche nel caso di solo transito aeroportuale, se questo è superiore alle 12 ore ed in ogni caso se si lascia
l'aeroporto di scalo. Si consiglia, comunque, anche a coloro che provengono da Paesi in cui tale malattia non è endemica, di munirsi del certificato di vaccinazione contro la febbre gialla.
Si segnalano altresì rari episodi - verificatisi peraltro solo all'aeroporto “Kilimanjaro” - di passeggeri che, avendo effettuato un transito di poche ore in Paesi dove la febbre gialla è
endemica, sono stati obbligati a fare la relativa vaccinazione. Si ritiene si tratti di casi di errori del personale sanitario aeroportuale o, più probabilmente, di episodi di taglieggiamento. Si
raccomanda ai connazionali di non adempiere a tali richieste.
SUGGERIMENTI SANITARI PER KENYA E TANZANIA
Febbre gialla e anticolerica sono consigliate solo in caso di itinerari
molto particolari fuori dai tracciati turistici normali.
Come misura precauzionale molti consigliano la profilassi antimalarica (non esistono vaccini in tal senso: il RTS, S, nome commerciale “Mosquirix”, così si chiamerà il primo vaccino prodotto dalla Glaxo Smith Kline contro la malaria, verrà commercializzato nel 2017). Solitamente viene
consigliata l'assunzione del LARIAM come profilassi antimalarica (almeno 2 settimane prima della partenza una compressa alla settimana, durante il soggiorno in Kenya e al rientro dall'Africa per
almeno 3-4 settimane). Si tratta di un farmaco abbastanza forte che può essere variamente tollerato (consultare il proprio medico). In alternativa a questo farmaco è consigliato il PALUDRINE (ora
disponibile nelle farmacie italiane); l'assunzione di questo farmaco può iniziare a partire dal giorno di arrivo in Kenya per tutta la durata del soggiorno e poi per almeno 3-4 settimane al
rientro dal viaggio (2 compresse al giorno tutti i giorni). Si tratta di un farmaco più blando e quindi più facilmente tollerato e comunque di un'ottima profilassi antimalarica. Tra gli ultimi
nati nel campo della farmacologia attinente alla profilassi antimalarica va segnalato il MALARONE (farmaco efficace tuttavia al momento non ancora disponibile nelle farmacie italiane – solo su
richiesta). Personalmente sconsiglio qualsiasi forma di profilassi antimalarica sopracitata, particolarmente per gli effetti collaterali che potrebbero insorgere e che variano da individuo a
individuo.
La malaria è causata dal Plasmodio, un protozoo parassita. Provoca febbre alta, mal di testa e dolori in altre parti del corpo. Se non viene trattata precocemente, può evolvere velocemente ad uno
stato di grave malattia fino a coinvolgere il cervello, con un alto rischio di morte e di danni cerebrali.
Quando una persona che vive in un'area malarica ha la febbre, gli operatori sanitari devono conoscerne le cause per essere sicuri di somministrare il giusto trattamento. Per molti anni gli
operatori sanitari prescrivevano e prescrivono ancor oggi, farmaci antimalarici non specifici. Questo significa che a volte le persone ricevevano il trattamento sbagliato con conseguente spreco
di risorse e aumento della resistenza ai farmaci disponibili.
Oggi esistono in commercio test diagnostici rapidi che sono progettati per rilevare la malaria in base alla presenza degli antigeni del parassita, usando un formato veloce e facile da
utilizzare. Fino a poco tempo fa, la conferma della diagnosi di malaria era fatta in seguito all'individuazione dei parassiti in un campione
di sangue. Questa procedura richiede personale altamente qualificato, reagenti ed attrezzature, strumenti talvolta non sempre disponibili in certe aree dell'Africa sub-Sahariana. I test
diagnostici rapidi prevedono l'utilizzo di anticorpi che, a contatto con il sangue infetto di un paziente, si legano ai parassiti della malaria ed innescano un cambiamento di colore su una
striscia che può essere osservata facilmente ad occhio nudo. Mentre questi test sono tecnicamente difficili da produrre, una volta costruiti sono relativamente semplici da eseguire, non
richiedono attrezzature specializzate e forniscono risultati accurati in molti contesti geografici.
Possiamo dire che questi test che rilevano gli antigeni riescono ad individuare almeno 19 casi su 20, una percentuale di successo che rende questi strumenti potenzialmente molto utili nella
pratica clinica.
L'uso dei test diagnostici rapidi sono quindi un ulteriore passo in avanti verso il raggiungimento della precisione nella diagnosi di malaria e la chiave per assicurare il corretto trattamento da
somministrare ai pazienti. Le risorse possono essere salvaguardate con un utilizzo razionale dei farmaci antimalarici e questo ridurrà anche la pressione sulla resistenza ai farmaci.
Esistono diversi tipi di test diagnostici veloci progettati per rilevare il parassita della malaria. Tutti i test funzionano abbastanza bene, ma necessitano di più studi per valutare quanto siano
facili da usare e quali ostacoli potrebbero esserci affinché siano adottati in tutti i Paesi.
In assenza dei predetti test, all'insorgere dei primi sospetti di infezione malarica, è consigliabile raggiungere il primo ospedale per poter effettuare in cinque minuti, con pochi euro ed una
goccia di sangue tolta dal dito di una mano, il test malarico.
Resta il fatto che i test diagnostici veloci non sono una terapia e comunque, a malattia accertata, ci si deve recare in ospedale per individuare, con un prelievo di sangue, il tipo di parassita
che vi ha infettato. Ciò in quanto esistono varie specie di parassita Plasmodium, quattro sono le più diffuse, ma la più pericolosa è il Plasmodium falciparum, con il più alto
tasso di mortalità fra i soggetti infestati. Una volta individuato il parassita la cura la si trova in qualsiasi farmacia anche con soli due euro. Vi domanderete: come mai in Africa muoiono di
malaria migliaia di persone ogni anno ed in particolar modo le vittime sono bambini, se esistono ospedali, terapie adeguate e centinaia di associazioni umanitarie pronte ad offrire il loro aiuto?
Questa è una domanda a cui rispondo solo personalmente "face to face".
Tanto per chiarire: le zanzare femmine del genere Anopheles sono il solo ed unico vettore della malaria, mentre il serbatoio del parassita è costituito dagli individui infettati in
maniera cronica. Quindi in assenza di persone infette da detta parassitosi, non è possibile contrarre la malattia. Naturalmente questi soggetti, anche se non avvertono i sintomi della
malaria, non significa non possano essere portatori del parassita.
La maggior parte delle zanzare anofele diventano abbastanza attive al crepuscolo, di notte e all'alba; mentre durante il giorno riposano lontane dal sole, per evitare la disidratazione.
Il corpo della zanzara anofele adulta ha un colore che va dal marrone scuro al nero ed è diviso in 3 sezioni che sono capo, torace e addome.
Risulterà facile riconoscere l’anofele solo dal ventre rivolto verso l’alto, durante il suo periodo di riposo, al contrario delle altre zanzare che lo mantengono in parallelo alla
superficie su cui posano.
Il "tempo d'incubazione" dell'infezione trasmessa dal Plasmodium falciparum, detta anche "febbre terzana maligna", che va dall'infezione con la puntura di zanzara alla comparsa dei segni
e dei sintomi della malaria, è dai 9 ai 14 giorni.
Un consiglio: non vi venga in mente di tornare al più presto nel vostro Paese per la cura di questa infezione. Dove vi trovate potete avere tutte le terapie necessarie, non reperibili in altri
Paesi, terapie che peraltro, in molti casi, consistono nella combinazione di due o più farmaci.
Suggerisco inoltre alcune misure preventive semplici ed utili:
dormire sempre sotto le zanzariere (sia negli hotels della costa che nei lodges/campi tendati all'interno i letti delle camere dispongono di bellissime zanzariere);
spruzzare all'interno della camera un po' di insetticida (al tramonto prima di andare a cena);
utilizzare dove è disponibile l'aria condizionata per mantenere una temperatura all'interno della vostra camera fresca e quindi non adatta alle zanzare;
utilizzare sulle parti scoperte del corpo repellenti contro le zanzare (tipo Autan o similari a base di citronella);
indossare abiti leggeri e coprenti (pantaloni lunghi, camicie a maniche lunghe, calzini) dopo il tramonto.
Per coloro che seguono particolari trattamenti medici è consigliabile partire con una buona scorta di medicinali. Nei centri più grandi sono disponibili farmacie ed adeguati servizi
medici. Dottori ed ospedali in genere in caso di cure e/o ricovero richiedono il pagamento in contanti dei servizi prestati. È pertanto sempre raccomandabile avere all'atto della partenza una
valida copertura assicurativa (tipo Elvia, Cea, Europe Assistance etc.) che possa garantire anche in casi estremi il rientro sanitario. Hotels e lodges/campi tendati offrono buffets vari,
abbondanti e di ottima/standard qualità. Verdure fresche (crude e cotte) e frutta sono ottime e sempre ben lavate e disponibili ai buffet insieme ad una grande varietà di carni (vitello, manzo,
maiale, pollo etc.) e di pesce e crostacei oltre a riso, pasta e specialità della cucina locale africana molto buone e gustose. Raccomandiamo di non mangiare pesce e crostacei presso venditori
ambulanti o chioschi esposti al caldo e al sole dove il cibo potrebbe essere facilmente avariato o non fresco. La stessa raccomandazione vale per le bevande e l'acqua non imbottigliate.
Personalmente consiglio le seguenti vaccinazioni: difterite e tetano, febbre gialla e colera (vivamente consigliate), epatite virale A, epatite virale B, febbre tifoide, meningite
meningococcica, rabbia, poliomielite.
In Kenya non è sicuro bere l'acqua di rubinetto, per cui è consigliabile consumare solo acqua in bottiglie sigillate oppure bevande calde. In alternativa l'acqua corrente può essere trattata
facendola bollire per almeno 15 minuti, al fine di garantire la più efficace delle purificazioni. Le verdure e la frutta, se mangiate crude, vanno sempre ben lavate in acqua corrente e, non è mai
eccessiva l'indicazione di rilavarle con soluzioni disinfettanti concentrate (Amuchina, Dettol etc.)
Il rischio di malaria esiste tutto l'anno e in tutto il Paese. Vi è basso rischio a Nairobi e sugli altopiani (oltre i 2.500 metri) delle provincie: Centrale, Valle di Rift, Orientale, Nyanza ed
Occidentale.
Altri rischi: dissenteria, amebiasi, giardiasi, parassitosi intestinale, schistosomiasi, tripanosomiasi. L'incidenza di infezione da HIV è alta in tutto il Paese.
Sono in crescita i casi di AIDS, colera, dengue, meningite meningococcica.
Il Kenya sta introducendo i farmaci generici contro l’AIDS, al costo di 3 euro e mezzo la confezione. Le autorità sanitarie di Nairobi hanno infatti annunciato che, a breve, saranno acquistati
molti lotti della versione generica del Dolutegravir. Il farmaco, approvato negli Stati Uniti nel 2013, sarà somministrato a 20 mila pazienti in Kenya prima di essere impiegato anche in
Nigeria e Uganda entro la fine dell’anno 2017. L’adozione di questo trattamento fa parte di un’ampia strategia volta a contenere il diffondersi dell’HIV in Africa, dove vive circa il 75% delle
persone affette dal virus. In media, il prezzo dei farmaci sarà ridotto di dieci volte il suo costo. Una scatola di 30 pillole, prima di questa introduzione, costava tra i 22 e i 44 euro ed era
sufficiente per un mese di trattamento.
Consiglio di portare con sé una piccola farmacia da viaggio (antiacidi, antidolorifici, anti-istaminici, anti-diarroici, reidratazioni orali, antibiotici ad ampio spettro, antisettici, cerotti,
forbici, termometro, protettivi solari per labbra e pelle) e di stipulare un'assicurazione sanitaria che preveda, oltre alla copertura delle spese mediche, anche l'eventuale rimpatrio aereo
sanitario o il trasferimento in altro Paese.
Prima del viaggio è necessaria una valutazione attenta della meta, della durata, della tipologia di viaggio, delle condizioni di salute del viaggiatore.
LA CURA VERDE CONTRO LA MALARIA
«Profilassi farmacologica contro la malaria? No grazie. Oggi la malaria si cura ai primi
sintomi. I farmaci che si usano per la prevenzione costano cari e hanno effetti collaterali. Meglio l'artemisimina (o artermisinina), un principio attivo contenuto nella pianta di
artemisia». Chi parla così sicuro è Mauro Saio, un medico italiano che da venticinque anni lavora in Kenya e da una ventina al Nairobi Hospital.
La sua specialità è studiare e curare la malaria, una malattia che ogni anno provoca da un milione a tre milioni di morti, a seconda delle stime. Secondo l'Organizzazione Mondiale della Sanità le
persone colpite ogni anno dalla malaria della quale è responsabile un parassita, il Plasmodio, trasmesso con la puntura delle zanzare anofele, sono 500 milioni in tutto il mondo. Parassita
insidiosissimo: muta geneticamente con grande rapidità e si trasforma in modo tale da sviluppare una pronta resistenza ai farmaci.
«Ecco perché il vecchio chinino, utilissimo cent' anni fa, - spiega Saio - ora non serve più. La sua efficacia è scesa fino a diventare quasi zero. Così è accaduto per l'Halofantrina, che si
usava a piene mani una quindicina d' anni fa. In quel periodo si è capito che si dovevano associare due farmaci diversi, in modo da ridurre l'insorgenza della resistenza. La terapia con chinino,
mano a mano che il plasmodium diventa resistente, veniva accompagnata con somministrazione di antibiotici: in un primo tempo si usava la tetraciclina, ora la doxiciclina».
«All'inizio degli anni Novanta - racconta ancora il medico italiano - ho invitato in Kenya il professor Lee perché presentasse un nuovo principio attivo in uso nel suo Paese, la Cina, da
almeno 3000 anni: l'artemisimina, composto idrosolubile quindi facilmente assorbibile dall'organismo. Usata in Kenya l'artemisimina non solo funzionava alla perfezione ma uccidendo il parassita
rendendolo anche sterile, riduceva la trasmissione. In particolare dava risultati ottimi contro il Plasmodium falciparum, il più pericoloso dei quattro parassiti che provocano la malaria. Quello
che quando colpisce quasi sempre, se non curato, uccide e che sviluppa resistenza ai farmaci assai rapidamente. Solo nel '98, dopo aver salvato decine di persone con un farmaco fatto con sola
artemisia, mi sono accorto dei primi segni di resistenza del parassita. Gli ammalati apparentemente guarivano, ma dopo poche settimane si presentavano in ospedale con una recrudescenza. Per
bloccare l'evoluzione ho cercato di associare l'artemisimina con altri farmaci, ma con risultati poco entusiasmanti, anche perché dovevo usare quei medicinali che avevano effetti collaterali
importanti. Finalmente è stato messa a punto una specialità che da un lato cura la malaria con l'artemisimina, e dall'altro impedisce che il parassita diventi resistente, con la lumefantrina. È
un farmaco eccezionale: entrato in produzione nel 1999 in sette anni non ha perso la sua efficacia».
La sua assunzione è semplicissima. In caso si verifichino i sintomi della malaria, febbre alta, mal di testa e spossatezza, dopo il test per verificare la presenza del Plasmodium nel
sangue si prendono 4 pastiglie, due volte al giorno, dopo i pasti, per tre giorni.
Una bella differenza se si pensa che i farmaci usati per la profilassi vanno presi un paio di settimane prima di arrivare in zona malarica e qualche settimana dopo esserne usciti. «L'unica
vera profilassi che si deve applicare è fatta di accorgimenti semplici; - specifica il dottor Saio - coprirsi con maniche lunghe dopo il tramonto, dormire sotto una zanzariera e usare
prodotti repellenti agli insetti da applicare sulla pelle». Espedienti ottimi ma che comunque non impediscono del tutto il contagio. Per chi vive in zona endemica, la nuova cura è un
toccasana: la profilassi farmacologica scongiurava sì la malaria, ma diventava un peso eccessivo per il fegato, l'organo dove il plasmodium si concentra e si sviluppa.
E poi il prezzo, veramente basso, anche se nel Terzo Mondo (data l'estrema povertà delle popolazioni) non si può usare l'espressione "accessibile a tutti". Un ciclo di terapia costa 1,2 euro per
un adulto e 80 centesimi per un bambino. «Da quando uso questo farmaco - spiega il dottor Saio ridendo - sono quasi disoccupato. Ho fatto molte ricerche e statistiche e sono convinto
che può essere la soluzione per combattere seriamente la malaria. Non è una via semplice, perché i produttori dei vecchi farmaci non intendono togliere dal mercato i loro prodotti. Ma presto
dovranno farlo anche perché l'Oms, ormai, ha imboccato anche lei con convinzione la strada dell'artemisimina e l'uso di due farmaci in combinazione».
Il 'cocktail' antimalarico Coartem, è il farmaco a base di artemetere (derivato dell'artemisinina) e lumefantrina. Nelle farmacie keniote è acquistabile il "kit" con il
vetrino fai da te per verificare l'eventuale presenza di "Plasmodium falciparum", e con le due medicine combinate.
La malaria provoca una vera ecatombe, ma un dato preciso non esiste e varia notevolmente a seconda delle stime.
500 milioni di nuovi casi clinici all'anno (di cui il 90% in Africa tropicale) e da 1 a 3 milioni i decessi ogni anno. Questa la stima dell'Organizzazione mondiale della sanità sui contagiati dal
plasmodio della malaria.
Attenzione: i ricercatori hanno scoperto che circa 21,3 milioni di persone (il 24% di tutti i casi confermati di malaria) sono state sottoposte a prescrizioni di dosi inadeguate di Eurartesim,
una terapia combinata a base di artemisimina (comunemente nota come ACT), il trattamento di prima linea contro la malaria da Plasmodium falciparum.
KENYA: FARMACO ANTIMALARICO DI PRODUZIONE CINESE, DICHIARATO FALSO E INEFFICACE
Si tratta del “Duo-Cotecxin”, un farmaco antimalarico importato dalla casa
farmaceutica cinese Zhejiang Holley Nanhu Pharmaceutical che è tra i più diffusi in Kenya, usato sia come profilassi preventiva e sia come cura di attacco all'insorgere dell’infezione. Cleopa
Mailu del ministero della salute ha ordinato ieri il ritiro di tutte le confezioni presenti nelle farmacie del paese in quanto, stando alle analisi effettuate, non solo si tratterebbe di un
farmaco inefficace a combattere il morbo malarico, ma avrebbe anche gravi effetti collaterali mettendo così a rischio la salute dei cittadini.
Le analisi di laboratorio sono state eseguite dalla Drug Analysis and Research Unit (Daru), Department of Pharmaceutical Chemistry dell’Università di Nairobi che ne ha denunciato la pericolosità
alle competenti autorità governative che hanno quindi ordinato il blocco immediato delle vendite del farmaco. “Il campione da noi esaminato – precisa il comunicato del laboratorio –
presentava alcuni componenti non allineati agli standard sanitari previsti e quindi nocivi per gli utilizzatori”. La notizia ha sollevato comprensibile preoccupazione nel Paese poiché,
grazie al suo costo contenuto, si trattava di un farmaco ampiamente usato, soprattutto dalle classi sociali meno abbienti che lo preferivano ad altre più costose prescrizioni. Questa scoperta ha
anche riportato alla ribalta la questione della vasta presenza in Kenya di farmaci di origine indiana e cinese, medicinali che vengono più spesso prodotti senza avere alle spalle un’adeguata
struttura di ricerca e che penetrano nei mercati grazie al prezzo ridotto rispetto agli originali. Si tratta di prodotti che copiano quelli delle più blasonate case farmaceutiche e che vengono
definiti “farmaci comparati”.
Benché negli ultimi anni l’affezione malarica abbia registrato un confortante calo nel numero dei decessi, essa continua tuttavia a imperversare in Africa, dove è tutt'altro che debellata e
continua a mietere vittime soprattutto tra i bambini. L’Organizzazione Mondiale della Sanità, stima che ogni anno, nel mondo, circa 500 mila persone muoiono per malaria e nel 66 per cento dei
casi si tratta di bambini. Difficile è l’opera delle varie organizzazioni umanitarie che stentano a fare adottare alle popolazioni africane anche le più elementari precauzioni preventive. Qualche
anno fa, le zanzariere donate alla popolazione di Zanzibar, anziché proteggere gli abitanti durante il riposo notturno, venivano utilizzate come reti da pesca.
Molto dibattuta è anche la questione della profilassi antimalarica preventiva, adottata in prevalenza dai turisti durante i loro brevi soggiorni nelle zone a rischio. Intanto essa non garantisce
una protezione totale, ma soprattutto, presenta così tali e tanti effetti collaterali che ne scoraggiano spesso l’assunzione. Infatti, ciò che salva dai disastrosi effetti dell’affezione
malarica, è una pronta diagnosi all'insorgere dei primi sintomi e l’immediata adozione della cura necessaria che consente spesso di risolverla in pochi giorni, salvo la presenza di altre gravi
patologie che possono creare complicanze sfociando, magari, nella forma più devastante che è data dalla cosiddetta malaria cerebrale.
La femmina della zanzara anofele è la portatrice di questa sgradita affezione e soprattutto nello scenario africano non c’era certo bisogno di scoprire che uno dei farmaci, distribuiti per
debellarla, non solo non serve allo scopo, ma addirittura mette a rischio la salute di chi l’assume.
Vedi anche: LA NUOVA VALUTA DEL
KENYA
Il codice internazionale per lo Scellino Keniota è KES
Il simbolo per lo Scellino Keniota è KSh
Valore medio Scellino Keniota nel 2020
- 1 Euro=121.594 KShs
Valore minimo Scellino Keniota nel
2020 (19 febbraio) - 1 Euro=108.835
KShs
Valore massimo Scellino Keniota nel
2020 (17 dicembre) - 1 Euro=136.975 KShs
Dati rilevati in data 9 febbraio 2021 - 1 Euro=132.665 KShs
Per maggiori dettagli ed aggiornamenti consultare il CONVERTITORE DI VALUTA
Valori Statistici
Valore medio Scellino Keniota nel 2015 - 1 Euro=109.075 KShs
Valore medio Scellino Keniota nel 2016 - 1 Euro=112.367 KShs
Valore medio Scellino Keniota nel 2017 - 1 Euro=116.866 KShs
Valore medio Scellino Keniota nel
2018 - 1 Euro=119.318 KShs
Valore medio Scellino Keniota nel 2019 - 1 Euro=114.193 KShs
Valore minimo Scellino Keniota nel 2015 (marzo) - 1
Euro=95.810 KShs
Valore minimo Scellino Keniota nel 2016 (20 dicembre) - 1 Euro=105.810
KShs
Valore minimo Scellino Keniota nel 2017 (3 gennaio) - 1 Euro=106.180 KShs
Valore minimo Scellino Keniota nel 2018 (15 agosto) - 1 Euro=113.875 KShs
Valore minimo Scellino Keniota nel 2019 (23 dicembre) - 1 Euro=111.365 KShs
Valore massimo Scellino Keniota nel 2015 (agosto) - 1 Euro=121.680 KShs
Valore massimo Scellino Keniota nel 2016 (3 maggio) - 1 Euro=117.415
KShs
Valore massimo Scellino Keniota nel 2017 (8 settembre) - 1 Euro=124.900 KShs
Valore massimo Scellino Keniota nel
2018 (25 gennaio) - 1 Euro=128.320 KShs
Valore massimo Scellino Keniota nel 2019 (10 gennaio) - 1 Euro=117.925 KShs
Nonostante la maggior parte di noi sappia benissimo che il cambio
offerto all'aeroporto e nei vari hotel è sconveniente, c’è ancora un grosso numero di viaggiatori che ricorrono a questo metodo per cambiare i propri soldi.
Molti uffici di cambio offrono commissioni gratuite per accaparrarsi clienti; potrebbe sembrare un’ottima offerta, ma di solito il cambio che si riceve non è sempre favorevole. Controllare quali
prezzi offrono gli altri uffici di cambio della zona, optando ovviamente per il più conveniente. Sportelli di cambio ufficiali certamente sono i più sicuri e affidabili, ma vale la pena
verificare sempre il il tasso di cambio che varia in qualsiasi momento della giornata (non fidatevi del tasso di cambio diffuso in internet dalla Central Bank of Kenya in quanto i valori sono
solo indicativi) ed è quindi bene informarsi, prima di cambiare la valuta, quale è quello stabilito dal mercato in quel momento, su cui poi verranno aggiunte le commissioni.
Molti ristoranti, bar, hotel, taxi, ecc. accettano Euro o Dollari americani come metodo di pagamento: la regola fondamentale è quella di conoscere esattamente il cambio ufficiale e calcolare se
il costo di una cena in Euro o Dollari è lo stesso che se venisse pagato con moneta locale. Tendenzialmente pagando in Euro/Dollari, si finisce con lo spendere di più rispetto ad un pagamento con
la moneta del posto.
Quando si ha necessità di denaro contante all'estero, il modo migliore e a volte più semplice è prelevare con un bancomat (se abilitato) ad un ATM, che si trova facilmente in giro per le
principali città e in tutti gli aeroporti. L’operazione di prelievo è invece solitamente più costosa se si utilizza la carta di credito. A prescindere da quale tipo di commissione vi verrà
applicata ogni volta che prelevate del denaro è conveniente cercare di ridurre il numero di operazioni, quindi optare magari per uno o due prelievi di somme maggiori rispetto al necessario,
piuttosto che fare tanti piccoli prelievi.
Se fate un viaggio lungo o vi fermate per tanto tempo in una destinazione potrebbe essere utile anche aprire un conto corrente, meglio se online, con una banca internazionale che ha varie filiali
e sportelli nei paesi in cui vi recate e che quindi offre delle agevolazioni, oppure aprire un conto con una banca straniera direttamente in loco, trasferendo del denaro dal vostro conto corrente
acceso nel vostro Paese attraverso un bonifico: in questo modo la banca straniera vi rilascerà un nuovo bancomat o carta di credito con il quale effettuare i pagamenti e i prelievi nella
destinazione senza pagare alcuna commissione, se non le spese per il bonifico iniziale. Questa soluzione si rivela talvolta indispensabile perché ogni istituto e compagnia impongono un
determinato massimale e ciò significa che ci sono dei limiti sugli importi che è possibile prelevare per giorno e mese.
Le carte di credito vi consentono di viaggiare più tranquillamente, avendo sempre una risorsa finanziaria a disposizione e non correndo il rischio di vedervi derubati di tutto il denaro, come
poteva accadere in passato a chi viaggiava solo con i contanti. Ovviamente c’è sempre comunque il rischio di vedersi sottrarre la carta durante un furto o un borseggio e per questo è sempre
indispensabile prendere delle precauzioni: tenete sempre con voi il numero verde di emergenza della compagnia della carta, conservate il codice pin sempre lontano dal luogo in cui è custodita la
carta e, se possibile, tenete un bancomat o una carta di scorta per le emergenze.
Se volete una maggiore sicurezza o se avete a disposizione un budget limitato, potrebbe essere utile optare per una carta di credito prepagata che potete ricaricare all'occorrenza, scegliendo il
momento giusto in base al cambio di valuta del mercato. Non essendo collegata al vostro conto bancario, infatti, qualora vi capitasse di subire un furto mal che vada perderete solo l’importo
disponibile sulla carta. Alcune sono pensate proprio per i viaggi all'estero e possono essere ricaricate in euro o nella valuta locale, ma anche con la carta prepagata vengono applicate delle
commissioni per ogni transazione perciò informatevi attentamente sulle condizioni per non incorrere in spiacevoli sorprese.
Trattare per ottenere il prezzo migliore sia che si tratti di un cambio di valuta o dell’acquisto di un prodotto. Contrattare sul prezzo finale di un prodotto può rivelare grosse sorprese e a
volte può far risparmiare fino al 50%.
Lo stesso vale anche quando si cambia denaro al mercato nero: contrattando sul cambio a volte si ottiene un prezzo migliore d’acquisto. Bisogna stare molto attenti quando si cambia denaro in
questo modo: è vero che si può ottenere un prezzo migliore rispetto ai cambi ufficiali, ma è anche vero che si possono prendere delle grosse fregature. A riguardo consiglio di consultare il link
"Convertitore di Valuta" di questo sito, dove in ogni istante viene indicato
il tasso di cambio corrente. Se sarete abili nella trattativa, effettuando nella mattinata un cambio non inferiore ai duemila euro, potrete ottenere un tasso molto favorevole che non sarà di certo molto inferiore a quello che comparirà nel link suggerito
nella colonna "Ultimo".
Formalità valutarie e doganali
I turisti possono importare o esportare liberamente valuta straniera sino ad un massimo di 5.000 $ USA. Oltre tale limite è necessario compilare un modulo per la Banca Centrale da consegnare al momento dell’entrata o dell’uscita dal Paese. La valuta va cambiata solo presso uffici autorizzati (banche, alberghi e uffici cambio).
È severamente proibito esportare dal Paese i seguenti articoli e loro derivati: avorio di elefante,
corno di rinoceronte, tartaruga marina, coralli, madrepore e pelli di rettili. Dato che il solo possesso di questi articoli costituisce reato ed è punito con pene severissime, si raccomanda la
massima attenzione anche in fase di transito aeroportuale circa il possesso di monili di avorio e/o di conchiglie.
Per quanto concerne l’esportazione di articoli come felini maculati, animali vivi, insetti, conchiglie e piante, occorre verificare le disposizioni in vigore e chiedere eventualmente un permesso
di esportazione.
L’ufficio competente per informazioni ed eventuali autorizzazioni è il Kenya Wildlife Service P.O. Box 40241 -
00100 Nairobi Kenya Tel: +254 (0) 20 6000800 +254 (0) 20 6002345 +254 (0) 726 610508/9 +254 (0) 736 663400 +254 (0) 735 663421 Fax: +254 (20) 6003792.
Viaggiatori con animali (cani e gatti) consultino le Condizioni per
l’importazione di cani/gatti in Kenya sul sito dell'Ambasciata del Kenya a Roma.
Si consiglia di non credere ciecamente alle disposizioni impartite dall'Ambasciata keniota, tanto è vero che cani e gatti fino a 10 Kg (trasportino compreso), col permesso del Comandante
dell'aeromobile, possono viaggiare in cabina col passeggero. Per le pratiche affidatevi al vostro veterinario di fiducia. Vale lo stesso discorso per l'esportazione di cani e gatti dal
Kenya.
Detenere trofei quali zanne di elefante e corni di rinoceronte è severamente vietato dalla
legge keniota e passibile di arresto o multe salatissime dell’ordine anche di duecentomila dollari.
Per tutti gli altri oggetti che riguardano un po’ tutti perché in ogni casa, tra gli arredi, ci possono essere coralli, conchiglie, suppellettili varie che hanno anche un valore affettivo in
quanto acquistati tanti anni or sono, ma sopratutto sprovvisti di ricevute, come è naturale che sia, è possibile ottenere una autorizzazione per la loro detenzione rivolgendosi al Kenya Wildlife
Service (KWS) che potrà rilasciare un regolare permesso che garantirà la legalità del possesso e, ad un eventuale controllo, la regolarità della detenzione.
Un discorso a parte circa la detenzione e/o l'esportazione delle conchiglie.
In Kenya è permesso il possesso, nelle case private e negli alberghi, di sole conchiglie a patto che venga sempre esibita la ricevuta valida del negoziante, o della bancarella
(con timbro o dati certi del venditore) e non ci saranno problemi. Gli acquisti devono essere effettuati solo ed esclusivamente se il venditore è in grado di rilasciare una regolare ricevuta e
per regolare si intende con nome e cognome, o con il logo del negozio, descrizione e prezzo dell’oggetto acquistato.
Va ricordato che l’esportazione delle conchiglie e della frutta è severamente vietata e, se proprio non se ne può fare a meno, l'acquisto dovrà essere corredato, oltre alla
regolare ricevuta del venditore come suddetto, anche di una ricevuta dell'ufficio d'Igiene locale (Health Office) che attesti l'avvenuto controllo della merce.
In Kenya è assolutamente vietato fotografare o filmare strutture militari e pubbliche come stazioni di polizia, tribunali, banche, traghetti e strutture aeroportuali. Fate attenzione che alcuni ben noti posti di ritrovo, come pub e ristoranti, si trovano accanto o di fronte ad edifici pubblici, quindi fotografare potrebbe essere rischioso. Per scattare foto a persone, è preferibile chiedere loro il permesso.
In Kenya è assolutamente vietato filmare con i cosiddetti "droni".
La legge del Kenya vieta severamente l'uso dei droni per la sicurezza nazionale. Chiunque verrà sorpreso nell'utilizzare un drone sul suolo keniota, compresi Parchi Nazionali e Riserve private,
rischia il sequestro del drone e l'arresto, a meno che non si richiedano e si ottengano i relativi permessi sia dalla Kenya Civil Aviation Authority, sia dal Ministry of Defense.
In Kenya, dal 27 maggio 2017 i possessori di un boiler da più di 100 litri, quindi specialmente hotel, condomini e aziende, sarà considerato fuorilegge se il suo impianto per l'acqua calda non sarà ad energia solare. La legge, secondo la Energy Regulatory Commission, fa parte delle iniziative ambientali del Paese.
In Kenya, dal 28 agosto 2017, sarà vietato l'uso di sacchetti di plastica.
Pene severissime: 4 milioni di scellini (35 mila euro circa) di multa o 4 anni di reclusione a chi verrà trovato in possesso di sacchetti di plastica o alle aziende che ne faranno uso.
Il Kenya è il secondo Paese africano a bandire la plastica dopo il Ruanda.
In Kenya, dal 1 marzo 2019, sarà vietato indossare divise militari.
Chi verrà trovato con indosso abiti che rimandino a qualsivoglia ordine militare, anche straniero, rischia l'arresto.
Il divieto ad indossare indumenti riconducibili a forze dell'ordine o divise simil-militari come tute, giacche, camicie o t-shirt è esteso sia ai turisti che ai residenti in Kenya.
In Kenya, dal 1 aprile 2019, gli unici sacchetti ammessi, oltre alla carta, saranno quelli totalmente ecologici: sisal, fibre di banana o altri tessuti ricavati da piante, frutti o simili.
La decisione è pervenuta dalla NEMA, l'organismo governativo che si occupa della tutela dell'ambiente.
3 settembre 2019 - Da qualche mese le dogane aeroportuali keniane di Nairobi e Mombasa sono dotate di nuovi ed efficaci scanner che possono
controllare i vostri bagagli in ingresso.
Ciò che era possibile riuscire a stivare e occultare e far passare indenne alla dogana, oggi rischia di essere controllato e sequestrato, soprattutto se si tratta di alcool e tabacchi.
Ricordiamo infatti che il massimo consentito per quanto riguarda le sigarette è di 200 pezzi (10 pacchetti) o 50 sigari. Per gli alcolici invece in valigia non è possibile portare più di una
bottiglia di superalcolico oltre i 13 gradi. In caso di bottiglie di vino, benché molte fonti ufficiali ne segnalino una sola (noi ci rifacciamo alle regole internazionali che il Kenya ha
trasmesso alla International Air Transport Association) ne vengono accettate solitamente una per valigia, così come le boccette di profumo. Tra i divieti segnalati, curiosamente, oltre alla
frutta e alle piante (che devono ottenere una speciale autorizzazione) ci sono anche gli insaccati di carne e di pollame.
Un espediente per chi vuole portare più di un alcolico o di una bottiglia di vino è aggiungere a quelli in valigia anche uno acquistato al Duty Free Shop e portato nell'apposito sacchetto, ancora
sigillato.
Ricordiamo anche che qualsiasi prodotto nuovo con scontrino o confezionato dalla ditta che lo vende potrà essere sottoposto a tassazione. Può valere anche per vasetti sottovuoto ed altre
confezioni, specie se sono prodotti che si possono trovare anche in Kenya.
Anche i prodotti confezionati personalmente in maniera casalinga potrebbero subire lo stesso trattamento, in quanto la plastica delle confezioni deve recare un marchio per non essere considerata
fuorilegge, quindi meglio utilizzare vaschette o non avvolgerli in plastica.
Si raccomanda in ogni caso più prudenza all'ingresso e la consapevolezza che non tutti gli ufficiali che tengono a farvi rispettare regole che esistono, lo fanno per cercare di intascare da voi
una mazzetta. Con un atteggiamento umile e rispettoso si ottengono spesso risultati insperati....
by MalindiKenya.net
I periodi migliori per andare in Kenya sono da dicembre a marzo e da luglio a ottobre, quando il
clima è più sopportabile e confortevole per viaggiare. Da aprile a giugno e da ottobre a dicembre si possono scatenare piogge torrenziali e inondazioni, rendendo quindi le strade non asfaltate
quasi impraticabili. Il periodo migliore per vedere la migrazione annuale tra il Parco Nazionale del Serengeti in Tanzania e la Riserva Nazionale Masai Mara in Kenya, è tra
luglio-ottobre e dicembre-febbraio, periodi che comunque possono variare di anno in anno.
Per quanto riguarda il clima in generale consultate la sezione “Clima del Kenya”. Per i bollettini meteo in tempo reale, vento, maree e previsioni del tempo di Malindi e tutte le stazioni meteo consultareil
sito “Windfinder”.
In auto:
In Kenya le strade
asfaltate sono generalmente buone, ma alcuni tratti sono a rischio. Nella stagione piovosa si circola quasi esclusivamente con veicoli a quattro ruote motrici. La guida è all'inglese (sul lato
sinistro della strada), ma per lo più le auto hanno il cambio automatico, il che è molto comodo. Per guidare serve la patente internazionale anche se, sinceramente, non è indispensabile; la
patente di altri Paesi è accettata con una traduzione in inglese, ma anche questa traduzione non è vincolante. I controlli sono limitati, ma se vi fermano e vi chiedono esplicitamente una
mancetta, dategliela senza fare obiezioni, è scocciante ma purtroppo funziona così, eviterete noie ben maggiori. Una multa è invece prevista per infrazioni gravi come non rispettare i limiti di
velocità, transitare col semaforo rosso, non allacciare le cinture di sicurezza, etc.
Il noleggio di auto costa circa 25 Euro al giorno, anche fino a 50 Euro per quelle a quattro ruote motrici. Raccomando, al rilascio del mezzo, di controllare che sia assicurato e di farsi
consegnare una ricevuta dove siano indicati i dati della vettura ed il relativo periodo di noleggio.
Fate attenzione: le strade sono tutte difficili e non tutte hanno indicazioni, c'è quindi anche il rischio di perdersi.
Fate attenzione alla carenza del carburante. Meglio portarsi una tanica di carburante di scorta.
Il Kenya ha una buona rete di trasporto con l'autobus (matatu), minibus e taxi collettivi, ma non molto sicuri in quanto si verificano regolarmente incidenti, ciò vale anche per i
classici tuk-tuk (Ape Car) che si usano quotidianamente per gli spostamenti in città.
In treno:
È un'opzione di movimento nel Kenya solo per i più avventurosi ed io la sconsiglio vivamente, a meno che non abbiate fatto precedenti esperienze. Può capitare di dover prenotare i biglietti con due-tre giorni di anticipo.
In aereo:
Si possono coprire grandi distanze ed il viaggio è abbastanza sicuro. La compagnia nazionale Kenya Airways collega le grandi città ed altre piccole località .
Quando ci si approccia ad un luogo di
vacanza, per quanto sia un Paese straniero e nel nostro caso di un altro Continente per molti versi diversissimo dal nostro, si tende a prendere alcune cose troppo sul serio (specialmente se
propagandate dai media) ed altre in maniera molto superficiale, specie quelle legate alla quotidianità.
In questo caso trattiamo l’argomento della guida in Kenya, del codice della strada e del noleggio di automobili e motociclette. Ecco alcune informazioni, consigli ed avvertenze.
Ricordate che in Kenya si guida con il volante a destra, come in Inghilterra ed in pochi altri Paesi del mondo legati al Commonwealth. Sulle strade, di conseguenza, si guida a sinistra, mentre la
precedenza rimane a chi arriva da destra. Tutte le vie principali hanno precedenza, quindi non troverete cartelli di precedenza. Nelle rotatorie con circolazione oraria, chi è inserito ha la
precedenza su chi deve entrare, anche qui senza la necessità di cartelli.
Per legge, chi guida in Kenya deve essere munito di una patente di guida internazionale. I residenti devono avere la patente keniota. Ogni infrazione del codice della strada (dalle cinture di
sicurezza che sono obbligatorie, di norma anche per i passeggeri dei sedili posteriori ai sorpassi con striscia continua) viene sanzionata con l’obbligo di presentarsi alla locale Corte per
risponderne e pagare la relativa multa. Benché il sistema di pagamento delle contravvenzioni tramite telefono cellulare sia in fase di implementazione, sulla costa keniota non è ancora operativo,
quindi ogni richiesta di pagamento sul posto da parte di agenti è da considerarsi estorsione. Purtroppo in Kenya la corruzione ordinaria, anche a bassi livelli, è molto diffusa. Spesso i turisti
per evitare discussioni o perdite di tempo, preferiscono allungare una “mancetta”. È necessario sapere che la legge in Kenya punisce il corrotto come il corruttore e che l’alternativa è
rispettare le leggi, recarvi alla Stazione di Polizia a verbalizzare e successivamente presentarsi in Corte.
Quando si noleggia un’automobile o una moto, accertarsi che chi ve la noleggia abbia la licenza per farlo, oltre che un’assicurazione valida che copra anche gli incidenti a conducenti terzi. Per
le auto a noleggio, accertatevi che, oltre alla ruota di scorta e al necessaire per montarla, in dotazione vi siano giubbotto, kit del pronto soccorso e triangolo. Nel caso delle motociclette,
una nuova legge obbliga i possessori ad avere un’assicurazione per guidatori, passeggeri e pedoni. Ogni Contea richiede anche una tassa (una specie di bollo) da mostrare a richiesta. Se si
noleggia senza regolari contratti, il rischio è essere ritenuti responsabili di eventuali furti del mezzo e risponderne penalmente.
Il numero di passeggeri che una moto può avere a bordo è due, entrambi devono essere muniti di giubbotto e di casco. Non importa se la popolazione locale molto spesso non rispetta queste regole,
viaggiando con più passeggeri o non indossando giubbotto e casco. I controlli sono sempre molto più serrati sugli stranieri, è un dato di fatto sul quale è inutile disquisire o polemizzare. Anche
se le cose stanno fortunatamente cambiando. Di legge, anche i tuk-tuk devono avere le cinture di sicurezza a bordo per i passeggeri e non potrebbero superare i tre passeggeri per mezzo.
TARIFFE DELLE CONTRAVVENZIONI:
Limite di velocità superato: KES. 3.000
Limite di velocità superato di oltre 20 Kmh: KES. 10.000
Guida con telefonino: KES. 2.000
Guida o passeggero senza cinture di sicurezza: KES. 500
Mancanza di segnalazioni d'emergenza o accessori: KES. 3.000
Ostruzione della strada: KES. 10.000
Guida o sosta su marciapiede: KES. 5.000
Mancata osservanza di segnaletica stradale: KES. 3.000
Guida senza patente valida: da KES. 3.000 a KES. 7.000 a seconda del mezzo
Motocicletta con più di un passeggero a bordo: KES 1.000
Motocicletta con passeggeri senza casco: KES. 1.000
Motociclista senza giubbotto segnaletico: KES. 1.000
by malindikenya.net
La guida a sinistra (non dimenticare
la guida è a sinistra) comporta un livello di attenzione altissimo e una manualità diversa dovuta al cambio e al volante dalla parte opposta. Questo piccolo dettaglio non deve però inibire
l’avventura automobilistica su strade e sterrati kenioti perché guidare in Kenya è una esperienza che comunque, al di la di tutto, è meglio evitare.
Prima di mettersi alla guida tuttavia, è necessario sapere:
- Nel corso dei primi tre mesi di soggiorno, nella zona Malindi-Watamu e dintorni, si può guidare con la patente di altri paesi.
A Mombasa, Nairobi e nel resto del paese è opportuno invece guidare con la patente internazionale.
- Non esiste segnaletica stradale.
Gli autisti locali sono spericolati, imprudenti e incuranti delle norme stradali per cui:
- Non aspettarsi mai di ricevere la precedenza.
- Il lampeggiare della macchina proveniente in senso opposto non significa "ti cedo il passo", ma sto arrivando, stai fermo e fammi passare.
- Fronde di rami intorno a veicoli fermi segnalano guasto/veicolo in panne. Il corrispettivo del nostro triangolo.
- Dossi o ‘bumps’ ovunque. Servono per rallentare la velocità delle auto, ma non sono mai segnalati da luci, quindi pericolosi se presi a velocità elevata soprattutto di notte.
♦ Attenzione a:
- Tenere finestrini e portiere rigorosamente chiusi e bloccati, la velocità con la quale mani esperte portano via cellulari, borse, orologi da polso è quasi una leggenda.
- "Rinforzi" ai finestrini permettono di lasciarli aperti quando fa molto caldo.
- Circolare nelle zone commerciali durante i giorni feriali e domeniche: con negozi chiusi e poco traffico le bande di malintenzionati si muovono più liberamente. Una delle attività preferite dei ragazzi di strada è prendere a sassate le macchine.
- Olio lanciato sulle ruote porta a credere ad un guasto: il conducente scende dall'auto ed ecco materializzarsi un meccanico pronto ad intervenire: tempo e soldi persi.
- Lancio di uova sul parabrezza: l’istintivo azionamento del tergicristallo crea una poltiglia pastosa che copre il vetro e induce a fermarsi.
♦ Mai e poi mai fermarsi, anche se le tecniche per indurre a farlo sono tra le più estrose:
- Richieste di aiuto vario dovute anche a (finti) incidenti.
- Animali morti, sistemati di proposito in mezzo alla strada, inducono a fermarsi credendo di essere responsabili del loro investimento.
- I malintenzionati sono spesso d’accordo con le corrotte forze di polizia. Diffidare delle pattuglie che spuntano improvvisamente, quasi per miracolo.
♦ È consigliato:
- Parcheggiare nei centri commerciali: si evitano noie e truffe dei parcheggiatori improvvisati.
- Lasciare almeno 1-1,5 metri di distanza non solo tra una macchina e l’altra, ma anche dai cancelli dove si vuole entrare. Questo per avere modo di scappare in caso di pericolo.
- Avere sempre il pieno di benzina per non rimanere a piedi! Spesso i benzinai rimangono "vuoti" ed aspettano il rifornimento che può arrivare, specie fuori città, anche dopo qualche giorno.
KE
EAK (East Africa Kenya)
Tre ore avanti rispetto al meridiano di Greenwich. +2h rispetto all'Italia; +1h quando in Italia vige l'ora legale. Ricordatevi che la definizione del tempo in swahili è sfasata di 6 ore rispetto alla nostra: mezzogiorno e mezzanotte sono le 6 ('saa sitta'); le 7 e le 19 sono l'una ('saa moja'). Non dovete far altro che aggiungere o sottrarre sei ore all'ora che vi viene indicata e si spera che, dal contesto, capiate se vi stanno parlando delle ore del mattino o del pomeriggio! Non vi succederà spesso se non parlate swahili, ma è meglio saperlo.
220/240 V - Prese elettriche generalmente di tipo inglese. Gli adattatori per spine elettriche tipo G (britannica a tre poli con tre lamelle piatte disposte a triangolo) sono reperibili nei negozi del settore.
Sistema metrico decimale.
L'appartenenza religiosa è così composta: presbiteriani, altri protestanti e quaccheri 45%, cattolici e ortodossi 35%, musulmani 11%, religioni tradizionali 9%. Altri includono induismo, animismo, sikhismo, jainismo e il credo di bahá'í. Il Kenya contiene il più grande gruppo di quaccheri in una singola nazione.
Inglese (92%), Kiswahili (8%), Sheng (slang urbano). L'Inglese e il Kiswahili sono considerate lingue ufficiali dell'Assemblea Nazionali e tutti gli atti possono essere scritti in una o entrambe queste lingue. In alcuni centri della costa è diffuso l'italiano (Malindi, Watamu, etc.)
Kikuyu 22%, Luhya 14%, Luo 13%, Kalenjin 12%, Kamba 11%, Kisii 6%, Meru 6%, altri Africani 15%, non-Africani (Asiatici, Europei, e Arabi) 1%.
Prefisso per l'Italia: 0039 telefonia fissa, oppure +39
telefonia mobile
Prefisso dall'Italia: 00254 telefonia fissa, oppure +254 telefonia mobile
Nel Paese è diffusa la rete
di telefonia cellulare GSM che fornisce servizi di collegamento Internet senza fili anche a tecnologia 3G/4G. Esistono quattro operatori di telefonia mobile: Safaricom, Airtel, Orange, Telkom. In
molti centri è in sviluppo la rete ADSL.
TELEFONIA & INTERNET
Telefonare dal Kenya con operatori europei può risultare piuttosto costoso, vi consiglio perciò, di acquistare una SIM keniota con relativa ricarica.
La SIM è acquistabile direttamente in aeroporto o nei negozi del settore reperibili nei principali centri urbani. Potrete scegliere l'opzione migliore per voi. Vi consiglio di acquistare una
ricarica per il piano "voce" ed una per il piano "dati internet".
Piano dati Safaricom: 2Gb internet in 3G/4G costo 1000 KShs (circa 10€). Sono disponibili anche le micro sim per smartphone. Il solo costo di una SIM è di 1 Euro. Le SIM vanno registrate (per i
non residenti con il passaporto) se volete che funzionino. Ricordate di non regalarla a fine vacanza in quanto sarà registrata a vostro nome!
In questo modo potrete tranquillamente chiamare a casa senza spendere un capitale e soprattutto, qualora vi dovessero chiamare dall'Italia sul numero del Kenya, voi non spenderete nulla.
Molti locali e resort hanno WI-FI gratis. In alcuni hotel la connessione dati è a pagamento. Vi conviene acquistare quindi una SIM e relativi piani voce e dati, così da poterla utilizzare in ogni
luogo andiate, anche in savana.
Si consiglia di evitare di uscire durante le ore notturne e di non ostentare gioielli e grandi somme di denaro. Si consiglia di evitare le zone al confine con Somalia e con l'Etiopia, la regione del Lago Turkana, la zona Trans-Nzoia, la zona Isiolo e Marsabit.
Si raccomanda la massima attenzione per i viaggiatori che vogliano recarsi in particolare nella zona costiera (Mombasa, Malindi, Lamu).
Evitare, per quanto possibile, i luoghi di affollamento turistico più conosciuti (discoteche e ristoranti).
Aggressioni e criminalità: in generale, i turisti sono maggiormente implicati nei problemi di furti che in quelli di aggressioni. Ecco perché si raccomanda di lasciare gli oggetti preziosi nelle
casseforti (le camere degli hotel ne sono generalmente provviste), di essere molto vigili nei luoghi pubblici e negli aeroporti, e di evitare i quartieri e le spiagge deserti o le strade non
illuminate la notte, specialmente a Nairobi (soprattutto il quartiere di Eastleigh), Kisumu e Mombasa. Attenzione agli individui che si spacciano per studenti di italiano, poliziotti, impiegati
di hotel o rappresentanti del governo perché alcuni di loro potrebbero essere dei truffatori (chiedere un documento professionale).
Il pericolo animale: nelle riserve, il pericolo che rappresenta la fauna selvaggia resta limitato perché i visitatori "dovrebbero", e ripeto dovrebbero, farsi accompagnati da professionisti e non
da ciarlatani qualsiasi che si trovano nella maggior parte delle agenzie.
Sulla costa la barriera corallina, dove esiste, "dovrebbe" protegge i bagnanti dall'attacco di eventuali squali. In compenso, si consiglia di portare scarpe leggere per proteggersi, nei coralli,
dagli "stone fish" (pesci-pietra) e dai "dragon fish" (pesci-drago), le cui punture velenose possono essere mortali.
Per ottenere informazioni turistiche aggiornate, sullo stato delle strade e per un eventuale aiuto in caso d'urgenza, la Federazione keniota del turismo dispone di un Centro di sicurezza e
comunicazioni: Tel.: a Nairobi, 254-2-604767, o e-mail: safetour@africaonline.co.ke.
Ambasciata d'Italia a Nairobi Ambasciatore: Signor Alberto Pieri
United Nation Crescent, Gigiri
PO Box 63389 - 00169 Muthaiga - Nairobi
Tel: +254 (0) 20 5137500, +254 (0) 20 5137550, +254 (0) 20 2247750,
+254 (0) 20 343144, +254 (0) 20 2247696, +254
(0) 20 2247755
Fax: +254 (0) 703 136286, +254 (0) 20
2247086
Emergenze: +254 (0) 20 5137500 (dal lunedì al
venerdì 08.00-16.00)
Cellulare reperibilità: +254 (0) 722. 514327 (tutti i giorni 16.00-21.00)
Unità di Crisi: +39 063 6225 (attivo 24 ore, tutti i giorni)
E-mail: ambasciata.nairobi@esteri.it ; segreteria.nairobi@esteri.it ; consolare.nairobi@esteri.it
Consolato Onorario di Mombasa Console: Signor
Fiorenzo Castellano
MSC Plaza, off Moi Avenue
5°piano, Kililindi Rd
P.O. Box 80637 - 80100 MOMBASA
Tel: +254 (0) 41 2312626, +254 (0) 41 2223446
Fax: +254 (0) 41 2311192
Cell: +254 (0) 733.631488
E-mail: mombasa.onorario@esteri.it - castellano@oceanfreight.co.ke
Consolato Onorario di Malindi Console: Signor Ivan Del Prete (dal 18/03/2016)
Sabaki Centre, Lamu Road
P.O. Box 1614 - 80200 MALINDI
Tel: +254 (0) 4221 20502, +254 (0) 4221 20740
Emergenze: +254 (0) 722.264835
Fax: +254 (0) 4221 31170
Cell: +254 (0) 715.507000
E-mail: malindi.onorario@esteri.it
Corrispondente Consolare a Diani
Signor Mario Scianna
Cell: +254 (0) 722.412397
E-mail: mario.scianna@gmail.com
Corrispondente Consolare a Kilifi
Signor Martino Lai
Cell: +254 (0) 722.426781
Corrispondente Consolare a Watamu
Signor Marco Cavalli (dal 10/09/2016 sostituisce il Sig. Giovanni Parazzi)
Cell: +254 (0) 705.249556
Corrispondente Consolare a Malindi
Signor Roberto Macrì
Cell: +254 (0) 722.825392
Referente Co.Mi.Tes. a Malindi
Signor Roberto Macrì
Cell: +254 (0) 722.825392
N.B. Chiamando dall'estero non comporre lo (0) dopo il prefisso internazionale.