Spagna e Portogallo, nella seconda metà del 1400, si contendevano la supremazia sulle terre che si andavano man mano
scoprendo.
A dirimere la contesa dovette intervenire il Papa Alessandro VI. Egli fissò una linea di demarcazione, la "raja", stabilita presso le isole di Capo Verde, che divideva il globo terrestre in due
parti; ad Occidente le terre ancora da scoprire toccavano alla Spagna, a Oriente al Portogallo.
Il Trattato di Tordesillas
Nel 1497 un giovane portoghese, Vasco da Gama, ebbe dal re Manuel il comando di una flotta che avrebbe dovuto raggiungere il Capo di Buona Speranza.
Il capo di Buona Speranza fu raggiunto per la prima volta dal navigatore portoghese Bartolomeo Diaz nel 1487. Mentre passava il capo Dias fu travolto da una tempesta che lo spinse verso est,
portandolo all'approdo nella zona dell'odierna Mossel Bay. Per questo motivo Dias battezzò inizialmente il capo Cabo das Tormentas, "Capo delle Tempeste".
Fu il re Giovanni II di Portogallo a ribattezzare il capo Cabo da Boa Esperança, con riferimento alle interessanti prospettive commerciali che nascevano dalla sua scoperta.
Il nome dato da Dias era forse più appropriato, dato che lo scontro di correnti provenienti dall'Oceano Indiano e dall'Oceano Atlantico in questa zona rende le acque particolarmente pericolose
per la navigazione. Dias non si spinse fino alle Indie; giunse fino all'altezza dell'odierna Port Elizabeth (città portuale del Sudafrica situata sulla costa meridionale dell'Oceano Indiano
a 800 km sia da Città del Capo a Ovest che da Durban a Est), e poi tornò indietro, morendo in un naufragio proprio in seguito a un'altra tempesta infuriata ancora nei pressi del capo
(1500).
Fu Vasco de Gama, inviato ancora da Giovanni II nel 1497, a portare a termine per la prima volta il tragitto verso le Indie, in un viaggio che ridisegnò le mappe del mondo medioevali con effetti
paragonabili solo a quelli della scoperta delle Americhe (all'epoca era piuttosto diffusa, tra l'altro, la convinzione che l'Oceano Indiano fosse un mare interno, e che la punta meridionale
dell'Africa e quella dell'Asia si toccassero).
Breve cronistoria del barbaro massacratore e vigliacco portatore della Croce di Cristo nell'Oceano Indiano.
Dom Vasco da Gama, conte di Vidigueira e viceré delle Indie Orientali (Sines/Portogallo, 1468 o 1469; Cochin/India, 24 dicembre
1524) fu un esploratore portoghese e il primo europeo a navigare direttamente fino in India.
Fin dagli inizi del XV secolo, la scuola navale di Enrico il Navigatore aveva esplorato le coste africane al servizio della corona portoghese. Intorno al 1460 il profilo della sua missione stava
andando mutuandosi nella ricerca dell'agognata Rotta delle spezie, un passaggio per l'India intorno alla punta meridionale dell'Africa.
Un successo di questo progetto avrebbe permesso di poter fare a meno dell'intermediazione di commercianti arabi, persiani, turchi e veneziani, che gravava sul prezzo delle spezie orientali come
il pepe, la noce moscata e i chiodi di garofano.
Verso la fine del secolo, questa ricerca stava giungendo a compimento. Già nel 1488 Bartolomeo Dias era riuscito a circumnavigare il Capo di Buona Speranza, mentre Pero da Covilhã aveva viaggiato
per terra fino a Calicut, esplorando possibili fonti di approvvigionamento di spezie sul subcontinente indiano. Non rimaneva che unire i due segmenti del viaggio. Questo compito fu inizialmente
affidato a Estêvão da Gama, il padre di Vasco; ma questi morì prima di poter affrontare il viaggio.
Nonostante il figlio avesse allora meno di trent'anni, i servigi resi al Re di Portogallo lungo la Costa d'Oro sembrano averlo qualificato abbastanza da incaricarlo della missione al posto del
più anziano Bartolomeo Dias.
Primo viaggio
L'8 luglio 1497 salpò dalla foce del fiume Tago con quattro navi e un equipaggio di 170 uomini. Partendo egli giurò di diffondere la fede cristiana e di acquisire le ricchezze nelle terre
orientali per il Portogallo.
Primo capitano nella storia, scelse di distaccarsi nettamente dalla costa per poter sfruttare venti migliori. Si inoltrò nell'Atlantico occidentale, tra l'altro senza trovarne le zone più adatte
alla navigazione a vela.
Accompagnato da Bartolomeu Dias fino al Capo di Buona Speranza proseguì da solo, circumnavigandolo a novembre. A Natale passò come primo europeo le coste del Natal, da lui così chiamato.
Vasco da Gama rimase dal 2 al 29 marzo 1498 nelle vicinanze dell'isola di Mozambico, territorio controllato dagli arabi sulla costa dell'Africa orientale e parte integrante della rete di
commercio nell'Oceano Indiano. Temendo che la popolazione locale sarebbe stata ostile ai cristiani, da Gama impersonò un musulmano (Muslim) riuscendo così ad ottenere udienza con il sultano
del Mozambico. Con i miseri prodotti di commercio che aveva da offrire, da Gama non fu in grado di fornire un regalo adatto per il sovrano e ben presto la popolazione locale si insospettì di lui
e dei suoi uomini. Costretto da una folla ostile a fuggire dall'isola, da Gama partì dal porto, sparando con i suoi cannoni sulla città per rappresaglia.
Nelle vicinanze del Kenya moderno, la spedizione ricorse alla pirateria, saccheggiò navi mercantili di arabi che erano generalmente disarmate.
Il 7 aprile 1498 raggiunse Mombasa, ma fu accolto con ostilità dai commercianti arabi che tentarono di sabotare il suo viaggio. Da Gama lasciò Mombasa il 13 aprile 1498 ed il giorno seguente
riuscì ad arrivare a Malindi, allora in feroce concorrenza con Mombasa. Lo Sceicco di Malindi al-Bauri accolse i nemici dei suoi nemici a braccia aperte e mise loro a disposizione un famosissimo
esperto navigatore - lo Yemenita Aḥmad b. Mājid Muḥammad al-Saˁdī al-Jaddī al-Najdī - che aiutò da Gama con grande perizia conducendolo senza problemi fino allo Stato del Kerala, in India.
Il 20 maggio 1498 Vasco da Gama sbarcò a Calicut (nome portoghese della città di Kozhikode) nel Malabar, sulla costa sud-occidentale del subcontinente indiano. Per la prima volta una nave europea
era approdata in India.
Seguirono difficili negoziati con il Zamorin o Samorin (principe) di Calicut (Samutiri Manavikraman Rajá, portoghese: Samorim, olandese: Samorijn): i regali che da Gama offrì al principe come
doni da Dom Manuel erano banali (quattro mantelli di stoffa scarlatta, sei cappelli, quattro rami di coralli, dodici almasares, una scatola con sette vasi in ottone, una cassa di zucchero, due
barili di olio e una botte di miele). Mentre i funzionari di Zamorin si chiedevano il motivo per cui non c'era oro o argento, i mercanti musulmani che consideravano da Gama loro rivale
suggerirono che costui era solo un pirata ordinario e non un ambasciatore del re. La richiesta di Vasco da Gama per avere il permesso di lasciare un responsabile a capo della merce che non poteva
vendere fu respinta dal principe, che insistette sul fatto che da Gama pagasse un dazio doganale, preferibilmente in oro come qualsiasi altro operatore economico. Tuttavia, la spedizione di da
Gama fu un successo al di là di ogni ragionevole aspettativa, portando un carico che valeva sessanta volte il costo della spedizione. Dopo mesi di sforzi diplomatici da Gama ottenne una
concessione, lasciandosi dietro alcuni dei suoi uomini con l'incarico di stabilire un insediamento commerciale.
Vasco da Gama lasciò Calicut il 29 agosto 1498, desideroso di salpare per tornare a casa e ignorando la conoscenza locale dei venti monsonici che stavano ancora soffiando verso terra. La flotta
inizialmente si spostò lentamente verso nord lungo la costa indiana, e poi rimase in attesa ancorata all'isola Anjediva. Alla fine, il 3 ottobre 1498, decise di intraprendere la traversata
dell'Oceano Indiano. Ma con il monsone invernale ancora in atto, fu un viaggio straziante. Durante il viaggio di andata, navigando con il vento del monsone estivo, la flotta di Gama impiegò solo
23 giorni per attraversare l'Oceano Indiano; ora, nel viaggio di ritorno, navigando contro vento, ci vollero ben 132 giorni. Vasco da Gama vide di nuovo la terra solo il 2 gennaio 1499, passando
prima per la città costiera somala di Mogadiscio, poi per il Corno d'Africa dominato dall'Impero Ajuran. Non fecero mai una sosta, ma passando per Mogadiscio, il diarista (anonimo) della
spedizione notò che si trattava di una grande città con le case alte quattro o cinque piani, grandi palazzi in centro e molte moschee con minareti cilindrici.
La flotta di Vasco da Gama arrivò finalmente a Malindi il 7 gennaio 1499, terribilmente provata - circa la metà dell'equipaggio era morto durante la traversata, e molti dei rimasti erano afflitti
dallo scorbuto. Non avendo abbastanza marinai rimasti in piedi per gestire tre navi, Vasco da Gama ordinò di affondare il São Rafael al largo delle coste dell'Africa orientale, e l'equipaggio fu
ridistribuito sulle rimanenti due navi, il São Gabriel e il Berrio. Successivamente, la navigazione fu più agevole. Ai primi di marzo, arrivarono a Mossel Bay, e attraversarono il Capo di Buona
Speranza in direzione opposta il 20 marzo. Raggiunsero la costa occidentale africana verso il 25 aprile.
A Capo Verde, la Berrio di Nicolau Coelho si separò dal São Gabriel di Vasco da Gama e navigò da sola. La Berrio arrivò a
Lisbona il 10 luglio 1499 e il Nicolau Coelho riferì personalmente le notizie del viaggio al re Manuel I ed alla corte reale. Nel frattempo, a Capo Verde, il fratello di Vasco, Paulo da Gama si
ammalò gravemente. Gama decise di rimanere al suo fianco sull'isola di Santiago, e consegnò la São Gabriel a João de Sá affinché la riportasse a casa.
La São Gabriel arrivò a Lisbona a fine luglio o inizio agosto. Vasco da Gama e suo fratello malaticcio finalmente si imbarcarono su una Caravella Guinea di ritorno in Portogallo, ma Paulo da Gama
morì durante il tragitto.
Vasco da Gama scese alle Azzorre per seppellire suo fratello presso il monastero di São Francisco a Angra do Heroismo e lì si soffermò per un po' di tempo in lutto. Vasco da Gama alla fine si
imbarcò su una Caravella delle Azzorre e finalmente arrivò a Lisbona il 29 agosto 1499 (secondo Barros) o all'inizio di settembre (8 o 18, secondo altre fonti). Nonostante il suo stato d'animo
malinconico, Vasco da Gama venne accolto trionfalmente come l'uomo che aveva portato a compimento un progetto iniziato ottant'anni prima.
La spedizione aveva avuto un costo di grandi dimensioni, era stato persa una nave e oltre la metà degli uomini. Aveva anche fallito nella sua missione principale: quella di assicurare un trattato
commerciale con Calicut. Ciò nonostante, come già detto, le spezie riportate sulle rimanenti due navi sono state vendute con un enorme profitto alla corona. Vasco da Gama, secondo il parere di
alcuni, fu giustamente festeggiato per l'apertura di una rotta marittima diretta verso l'Asia. La stessa rotta sarebbe successivamente stata seguita dalle annuali "India Armadas (Armate per
l'India)" portoghesi.
Il commercio delle spezie risultò essere una risorsa importante per il tesoro reale portoghese, e altre proficue conseguenze ebbero presto seguito. Ad esempio, il viaggio di Gama aveva messo in
chiaro che la costa orientale dell'Africa era essenziale per gli interessi portoghesi: i suoi porti forniti di acqua dolce, viveri, legname, erano ideali per le riparazioni per le imbarcazioni ed
offrivano loro un ottimo riparo poiché servivano come rifugio quando le navi, in presenza di tempo sfavorevole, non potevano ancorare al largo.
Nel dicembre 1499, Vasco da Gama fu ricompensato dal re Manuele I del Portogallo con la città di Sines come feudo ereditario. Ma ciò si rivelò un affare piuttosto complicato, poiché Sines
apparteneva all'Ordine di Santiago, ed il Maestro dell'Ordine, Jorge de Lencastre, si rifiutò di cederla, anche se Vasco da Gama era un suo stretto collaboratore ed appartenente al medesimo
Ordine, invitando il re a non fare donazioni di proprietà dell’Ordine. Da Gama impiegò alcuni anni per prendere possesso di Sines, ma dovette abbandonare il suo amato Ordine di Santiago, passando
al rivale Ordine di Cristo nel 1507.
Nel frattempo, Gama ricevette il titolo nobiliare di Dom (Signore) in perpetuo per se stesso, i suoi fratelli e i loro discendenti, oltre ad un cospicuo vitalizio di 300.000 reis. Attorno al
1501, Vasco da Gama sposò Catarina de Ataíde, figlia di Álvaro de Ataíde, un nobile collegato da parentela con la potente famiglia di Almeida (Catarina era un cugina di primo grado di Dom
Francisco de Almeida).
Una lettera del re, datata ottobre 1501, diede a Vasco da Gama il diritto personale di intervenire e di esercitare un ruolo determinante su qualsiasi flotta futura che avesse a che fare con
l'India.
Il 30 gennaio 1502, Vasco da Gama fu insignito del titolo di “Almirante dos mares de Arabia, Persia, India e de todo o Oriente” ("Ammiraglio dei mari dell'Arabia, Persia, India e di tutto
l'Oriente"), che ricorda il titolo castigliano di Christopher Columbus (evidentemente, re Manuel pensò che se Castiglia aveva un “ammiraglio del mare oceano”, allora sicuramente il Portogallo
doveva averne anche uno di troppo, almeno nel titolo).
Secondo viaggio
La spedizione seguente, la Seconda India Armada inviata nel 1500, fu posta sotto il comando di Pedro Álvares Cabral, con la missione di stipulare un trattato con il principe Zamorin di Calicut e
la creazione di una fabbrica portoghese in città. Tuttavia, Pedro Cabral entrò in conflitto con le corporazioni mercantili arabe locali, con il risultato che la fabbrica portoghese fu invasa in
un tumulto con 70 portoghesi uccisi. Cabral accusò il Zamorin per l'incidente e bombardò la città. Così scoppiò la guerra tra il Portogallo e Calicut.
Vasco da Gama richiamò la sua lettera reale per prendere il comando della 4a Armada India, programmata per il 1502, con lo scopo esplicito di vendicarsi su Zamorin e costringerlo a sottoporsi
alle imposizioni portoghesi. La flotta di quindici navi pesantemente armata e ottocento uomini lasciò Lisbona il 12 febbraio 1502. Ad essa, nel mese di aprile, fece seguito un altro squadrone di
cinque navi guidate dal cugino, Estêvão da Gama (il figlio di Aires da Gama), che si unì a loro nell'Oceano Indiano. La 4a Armada era un vero e proprio affare di famiglia di Gama. Due dei suoi
zii materni, Vicente Sodré e Brás Sodré, erano pre-designati al comando di una pattuglia navale nell'Oceano Indiano, mentre i cognati D. Álvaro de Ataíde (fratello della moglie di Vasco Catarina)
e Lopo Mendes de Vasconcelos (promessa sposa Teresa sorella di Vasco da Gama) avrebbero capitanato navi della flotta principale.
Lungo la strada, durante il viaggio di andata, la flotta di Gama aprì un contatto con la East African nel porto commerciale d'oro di Sofala, e ridusse il sultanato di Kilwa a tributo, sottraendo
una notevole quantità di oro. All'arrivo in India nel mese di ottobre 1502, la flotta di Gama si mise a catturare qualsiasi nave araba si fosse imbattuta in acque indiane, più notoriamente il
Miri, una nave pellegrina proveniente dalla Mecca, i cui passeggeri furono massacrati in mare aperto. In seguito si presentò con le sue navi di fronte a Calicut, chiedendo il risarcimento per il
trattamento che era stato riservato a Cabral. Mentre il Zamorin era disposto a firmare un nuovo trattato, Da Gama impose al re indù di espellere tutti i musulmani di Calicut prima dell'inizio dei
negoziati, richiesta che fu respinta. Allora la flotta portoghese bombardò dal mare la città per quasi due giorni, danneggiando gravemente la città. Catturò inoltre numerose navi che
trasportavano riso e tagliò mani, orecchie e naso agli equipaggi, inviandoli a Zamorin con una nota offensiva (leggere "Un'indagine sulla storia del Kerala" 1967 di Sreedhara Menon - Kottayam
Libri).
Il trattamento violento inflitto da Vasco da Gama a chi navigava lungo la costa di Malabar in India, da cui dipendeva Calicut, portò rapidamente il commercio ad un punto morto. Ma Zamorin rifiutò
comunque di sottoporsi ai termini del trattato portoghese, ed osò persino assumere una flotta di navi da guerra tanto forti da sfidare l’armata di da Gama (ma che da Gama riuscì a sconfiggere in
una battaglia navale vicino a Calicut).
La 4a Armada di da Gama lasciò l'India nei primi mesi del 1503 con le spezie caricate a Kochi e Kannur, allora note come Cochin e Cannanore, due piccole città nello stato del Kerala, spesso in
guerra con Zamorin, le cui alleanze era state garantite dalle precedenti flotte portoghesi. Da Gama lasciò un piccolo squadrone di caravelle, sotto il comando di suo zio, Vicente Sodré, a
pattugliare la costa indiana, per continuare a saccheggiare i trasporti da e verso Calicut, e per proteggere le fabbriche portoghesi a Cochin e Cannanore dalle inevitabili rappresaglie di
Zamorin.
Vasco da Gama giunse in Portogallo nel mese di settembre 1503, con il risultato di non essre riuscito nella sua missione, cioè quella di portare in modo efficace Zamorin alla sottomissione.
Questa sconfitta fu ancora più irritante, dato il seguente fallimento dello zio Vicente Sodré di proteggere le fabbriche portoghesi a Cochin e Cannanore, destinate a fornire ulteriori guadagni. Quando il re portoghese Manuel I del Portogallo decise
di nominare il primo governatore e viceré dell'India portoghese nel 1505, da Gama è stato vistosamente trascurato, e il posto dato a Dom Francisco de Almeida.
In questo suo secondo viaggio, Vasco da Gama inflisse tali atti di crudeltà su commercianti e abitanti locali, che suggellarono la sua notorietà in India. L'episodio del Mirì non fu un fatto
isolato. Durante il viaggio a Calicut, da Gama intercettò una nave di pellegrini musulmani di Madayi che viaggiavano da Calicut a La Mecca. La vicenda, naturalmente, non è riportata dalla stampa,
ma è stata descritta nel dettaglio dal testimone oculare Thomé Lopes e dal cronista Gaspar Correia. Da Gama saccheggiò la nave con oltre 400 pellegrini a bordo, tra cui 50 donne,
rinchiusero i passeggeri, oltre al proprietario dell'imbarcazione e un ambasciatore proveniente dall'Egitto e li bruciarono vivi. Quei poveri pellegrini offrirono tutte le loro
ricchezze, ricchezze che avrebbero potuto riscattare tutti gli schiavi cristiani nel Regno di Fez e molto di più, ma non furono risparmiati. Da Gama guardava attraverso l'oblò e vide le donne che
offrivano il loro oro e i gioielli e sollevavano i loro bambini chiedendo pietà. Fu evidente che provò gusto da quello spettacolo.
Questa fu la misericordia dell'Ammiraglio portoghese dell'Ordine di Cristo e portatore della Croce di Cristo.
Vasco da Gama, dopo aver chiesto l'espulsione dei musulmani da Calicut all'induista Zamorin, quest'ultimo gli inviò per i colloqui il sommo sacerdote Talappana Namboothiri (la stessa persona che
condusse da Gama al cospetto di Zamorin durante la sua tanto celebrata prima visita a Calicut nel maggio 1498). Da Gama lo chiamò spia, ordinò di tagliare le labbra e le orecchie al sacerdote e,
dopo aver cucito un paio di orecchie di cane alla testa di costui, lo mandarono via.
Per due decenni, Vasco da Gama visse una vita tranquilla, sgradita alla corte reale e messo in disparte dagli affari indiani. I suoi tentativi di riguadagnare i favori di Manuel I (compreso il
passaggio all'Ordine di Cristo nel 1507), non fruttarono nulla. Francisco de Almeida, conosciuto come "il Grande Dom Francisco", oltre al più grande Afonso de Albuquerque e, più tardi, Albergaria
e Sequeira, erano gli uomini di punta per l'India preferiti dal re. Dopo che Ferdinando Magellano disertò la Corona di Castiglia nel 1518, Vasco da Gama minacciò di fare lo stesso, spingendo il
re a intraprendere passi per trattenerlo in Portogallo ed evitare l'imbarazzo di perdere il proprio «Ammiraglio delle Indie" in Spagna. Nel 1519 re Manuel I, dopo aver ignorato per anni le sue
petizioni, si affrettò a dare Vasco da Gama un titolo feudale, nominandolo il primo conte di Vidigueira, un titolo creato con un regio decreto emanato in Evora il 29 dicembre, dopo un accordo
complicato con Dom Jaime, duca di Braganza, che lo cedette dietro compenso delle città di Vidigueira e Vila dos Frades. Il decreto concesso a Vasco da Gama e tutti i suoi eredi, connessi i ricavi
e i privilegi, stabilì così che da Gama fosse il primo conte portoghese che non era nato con sangue reale.
Dopo la morte del re Manuel I alla fine del 1521, suo figlio e successore, il re Giovanni III di Portogallo si mise a rivedere il governo portoghese all'estero. Allontanandosi dalla vecchia
cricca di Albuquerque (rappresentata da Diogo Lopes de Sequeira), Giovanni III cercò un nuovo inizio. Vasco da Gama riemerse dal suo deserto politico come consigliere importante per gli
appuntamenti e la strategia del nuovo re. Vedendo la nuova minaccia spagnola alle isole Molucche (Indonesia), come la priorità, Vasco da Gama sconsigliò l'ossessione con Arabia che aveva pervaso
gran parte del periodo manuelino, ed aveva continuato ad essere la preoccupazione dominante di Duarte de Menezes, l'allora governatore dell'India Portoghese. Menezes inoltre si rivelò essere
incompetente e corrotto, oltre che oggetto di numerose denunce. Come risultato, Giovanni III decise di nominare Vasco da Gama e sostituire Menezes, certo che la magia del suo nome e la memoria
delle sue gesta avrebbero potuto meglio imprimere la sua autorità in India portoghese, e gestire la transizione verso un nuovo governo e una nuova strategia.
Con la sua lettera di nomina del febbraio 1524, Giovanni III concesse a Vasco da Gama il titolo privilegiato di "viceré", essendo solo il secondo governatore portoghese a godere di quel
titolo (il primo è stato Francisco de Almeida nel 1505). Il suo secondo figlio, Estêvão da Gama è stato contemporaneamente nominato "Capitão-mor do Mar da Índia" (Capitano-maggiore del Mare
indiano, comandante della flotta navale di pattuglia nell'Oceano Indiano), per sostituire il fratello di Duarte, Luís de Menezes. Come condizione finale, Gama volle l'impegno da Giovanni III del
Portogallo di nominare successivamente tutti i suoi figli come comandanti portoghesi di Malacca (Malesia).
Terzo viaggio
Partendo nel mese di aprile del 1524 con una flotta di quattordici navi, Vasco da Gama prese come nave di bandiera la grande caracca Santa Catarina do Monte Sinai, famosa per il suo ultimo
viaggio in India, insieme a due dei suoi figli, Estêvão e Paolo. Dopo un viaggio travagliato (quattro o cinque delle navi furono perse lungo il tragitto), arrivò in India nel mese di settembre.
Vasco da Gama richiamò immediatamente i suoi poteri di Vicereggente imponendo un nuovo ordine nell'India portoghese, sostituendo tutti i vecchi funzionari con i propri. Ma Gama, non molto tempo
dopo il suo arrivo (fortunatamente, anche se, secondo chi professa misericordia, con molto ritardo), contrasse la malaria e morì nella città di Cochin alla vigilia di Natale nel 1524, tre mesi
dopo il suo arrivo. Come da istruzioni reali, come governatore dell'India, a da Gama successe uno dei capitani che erano venuti con lui, Henrique de Menezes (nessuna parentela con Duarte). I
figli di Vasco, Estêvão e Paulo, persero subito di autorità e si unirono alla flotta di ritorno nelle prime settimane del 1525 (insieme con il licenziato Duarte de Menezes e Luís de
Menezes).
Il corpo di Vasco da Gama fu sepolto nella Chiesa di S. Francesco, che si trovava a Fort Kochi, nella città di Kochi, ma i suoi resti furono restituiti al Portogallo nel 1539. Il corpo di
Vasco da Gama è stato ri-sepolto in Vidigueira in uno scrigno decorato con oro e gioielli. La tomba di Vasco da Gama si trova nel Monastero dos Jerónimos nella "freguesia" di Santa Maria de
Belém, Lisbona.
Il Monastero dei Jeronimos, a Belém, che diventò poi la necropoli della dinastia reale portoghese di Aviz, fu eretto agli inizi del 1500 in prossimità del luogo in cui partì il primo viaggio di
Vasco da Gama, e la sua costruzione fu finanziata con una parte della tassa sui profitti delle annuali India Armadas portoghesi. Nel 1880, le spoglie di da Gama e quelle del poeta Luis de Camões
(che ha decantato il primo viaggio di da Gama nel suo poema epico, "Os Lusíadas" 1572), sono stati trasferiti nelle nuove tombe scavate nella navata della chiesa del monastero, a pochi metri di
distanza dalle tombe dei re Manuel I e Giovanni III, che da Gama aveva servito.
Indubbio che Vasco da Gama sia stato un uomo avido e crudele, ma altrettanto vigliacco. Infatti quando giunse a Malindi non
scese mai dalla São Gabriel, fu lo sceicco al-Bauri a salire a bordo. Posso altrettanto smentire il fatto che sia sceso anche una volta ed una sola volta a terra su invito dello sceicco. Il
fatto, infatti, non è mai stato confermato. Così come né lui né i suoi uomini parteciparono alla costruzione della colonna chiamata "Vasco da Gama Pillar o Cruz Padrão", si limitò a fornire la colonna e la croce in pietra
calcarea di Lisbona prima di lasciare Malindi, oltre al desiderio che venisse eretta. Il pilastro venne innalzato dai locali, durante la sua assenza, su ordine dello Sceicco davanti al suo
palazzo, che da Gama potè sì ammirare al suo ritorno dall'India, in quanto in riva al mare di fronte al porto (si ribadisce non nell'odierna posizione), ma dove non mise mai piede.
Vasco da Gama non ha nulla da invidiare al rivale spagnolo Francisco Pizarro che non esitò a massacrare gli "infedeli" Inca, in nome della Fede Cristiana e del Re di Spagna Carlo V imperatore (I
come re di Spagna), legittimo proprietario di quelle terre, in quanto investito dal sommo Pontefice Clemente VII (Giulio de' Medici), figlio naturale, poi legittimato di Giuliano de' Medici,
ucciso nella Congiura dei Pazzi un mese prima della sua nascita, famosissimo "fornicatore" e padre di Alessandro de' Medici (detto Il Moro), cugino dello "strangolatore" Leone X, ed infine
assassinato con l'arsenico.
Carlo V stesso venne in Italia per compiere l'antico rito medievale: a Bologna il 22 ed il 24 febbraio 1530 Clemente VII gli pose sul capo rispettivamente la corona ferrea e quella imperiale. È
veramente scandaloso che di tutto ciò nessuno ne parli.
Il 9 luglio 2015 Papa Francesco Bergoglio ha chiesto scusa in Bolivia per i peccati e le “offese” commessi dalla Chiesa cattolica contro le popolazioni indigene durante la conquista coloniale
delle Americhe.
È il primo Papa latinoamericano della storia ed è il primo che chiede perdono “con umiltà” in Bolivia (dice la stampa), durante l’Incontro internazionale dei movimenti popolari, e alla presenza
del primo presidente indigeno della Bolivia, Evo Morales.
Se fossi stato al posto di Morales avrei donato al Papa un crocefisso con una "garrota" al collo, quale simbolo della crudeltà cristiana verso le popolazioni indigene, anziché con la
rappresentazione su di esso di una falce e martello.
Ma al Perù ed al Cile perché il Pontefice non chiede perdono? E ai musulmani?
Il Pontefice, otre a parlare a popolazioni poco acculturate e per la maggior parte ignare della ferocia dei crimini perpetrati dai cristiani in nome della Chiesa cattolica, teme comunque una
reazione una volta che il popolo prendesse veramente coscienza dei massacri perpetrati dai cristiani, massacri di cui peraltro mai accenna chiamandoli semplicemente "offese".
E poi noi cristiani ci lamentiamo delle rivendicazioni ad opera dei Muslims, cioè di coloro che si sottomettono a Dio?