La caverna nel suo intrinseco significato, come luogo di rifugio millenario per l'uomo ed
altre specie, ha suscitato riflessioni, idee e teorie filosofiche fin dai tempi delle prime civiltà urbanizzate. Le grotte furono il primo rifugio dell'uomo e alcune di esse restarono
certamente a lungo sede di culti arcaici.
Grotte, uno spettacolo naturale da scoprire!
Un’imperdibile occasione per ammirare dei luoghi naturali più sorprendenti del Kenya.
Grotte del Monte Suswa (Mount Suswa Caves)
Il monte Suswa, un massiccio doppio
cratere vulcanico, è una delle montagne meno conosciute nelle aree di conservazione del Kenya.
A soli 50 km da Nairobi, è stato descritto
da molti come il miglior viaggio di una giornata dalla capitale keniota. Questo piccolo vulcano doppio craterizzato si trova molto vicino al ben noto Monte Longonot. Anche se non
impressionante dall'esterno o dalla strada principale per Narok, il Monte Suswa è una delle montagne più spettacolari della Rift Valley, in quanto comprende un sistema di crateri a
doppio cono con un diametro di ben 12 km, una vasta rete di grotte di ossidiana (vetro vulcanico) e una varietà di animali e piante selvatiche.
Suswa è un magnifico vulcano estinto
nella Rift Valley. È famoso per le numerose grotte situate lungo i suoi pendii. Tutte sono facili da accedere, nessuna è troppo lunga o complessa e nessuna attrezzatura o conoscenza
speciale è necessaria per esplorare questi luoghi.
L'attrazione principale a Suswa sono le grotte vulcaniche, ci sono oltre 30 ingressi alle grotte che semplicemente emergono dal terreno. Le grotte si trovano sul bordo esterno del
cratere. Potrebbe essere necessario chiedere indicazioni per trovarle.
Le grotte sono costituite da sistemi
di tubi di lava, formatisi in un periodo di recente attività vulcanica. Sono completamente differenti dalle grotte di calcare. I tubi di lava sono relativamente rari e si ritiene che
siano stati formati quando la lava fusa, del tipo e della viscosità corretta (lava pahoehoe), scorreva lungo un pendio con un angolo ideale. Gli strati esterni si raffreddarono e si
solidificarono, ma il nucleo continuò a scorrere e in alcuni casi abbandonò completamente il tubo lasciando un vuoto.
Le grotte custodiscono numerose
caratteristiche insolite come funi di lava, banchi di basalto, stalattiti e stalagmiti di lava e una varietà di formazioni secondarie. Queste ultime sono prodotte dal deposito di
minerali disciolti nelle acque sotterranee. Le formazioni secondarie sono eccezionalmente belle nella caverna 35A sul Suswa dove si trovano stalattiti e stalagmiti molto insolite e
bellissime. Molte di queste formazioni sono abbastanza fragili e si deve prestare molta attenzione a non toccarle.
Queste spettacolari grotte, di circa
10 m di altezza ed abbastanza larghe in molti punti, sono le preferite per gli appassionati di speleologia.Portate una buona torcia e un sacco di batterie. Non andate da soli, i
bambini devono farsi accompagnare dagli adulti, ci sono pericolosi dislivelli (oltre 10 m) in certi luoghi. Le grotte sono straordinarie, le loro pareti hanno una struttura bizzarra
come la pasta stirata dalla lava in ritirata.
L'area è gestita dalla Suswa Conservancy e il campeggio è permesso. Ci sono un certo numero di punti sensazionali per accamparsi dove ci si sente totalmente isolati. Occorre
rifornirsi di molta acqua e di legna da ardere, considerando inoltre che di notte non si vedono luci su tutto l'orizzonte.
Oltre alle tasse per ogni persona, per
ogni veicolo e per il campeggio, da pagare alla Suswa Conservancy, i locali vi potrebbero chiedere una sovrattassa avanzando il fatto che campeggiate su un'area privata di loro
proprietà.
La fauna selvatica comprende giraffe, gazzelle di Thomson, zebre,
saltarupi (oreotraghi), leopardi, genette, babbuini e iraci. Le grotte sono piene di pipistrelli. Quanto alla sicurezza è consigliabile procurarsi almeno una guardia notturna e diurna
per il campo, oltre ad una guida durante le escursioni; il personale è di facile reperimento tra i locali.
Grotte Kitum (Kitum Cave)
Kitum è il nome di una grotta che si
trova sul Monte Elgon
e si immette per 200 metri all'interno della montagna, un vulcano spento quasi al confine tra Kenya e
Uganda.
Questa grotta era nota in tutto il mondo a causa di accadimenti avversi: persone che
sono entrate sono morte a causa di una malattia emorragica terribile, probabilmente correlata a Ebola e al virus Marburg.
Si garantisce che questa grotta è un serbatoio naturale di questi virus.
La Riserva Nazionale del Monte Elgon, un vulcano spento 4321 m di altitudine, ai limiti della Great Rift Valley ed al confine tra l'Uganda e il Kenya, ha come attrazione
principale una serie di quattro grotte: Kitum Makingeni, Chepnyalil e Ngwarisha, accessibili ai turisti.
Kitum la misteriosa grotta sul fianco orientale del Monte Elgon, è la più profonda e si estende in senso orizzontale per 200 metri nel cuore della montagna. Nella lingua Masai, il
suo nome significa "luogo di cerimonie".
Queste grotte sono un luogo di riunione preferito dagli elefanti. La leggenda narra che queste caverne sono cimiteri dove gli elefanti si riuniscono a morire. La verità è che,
come Kitum, le grotte sono costituite da molle cenere vulcanica ed altre rocce, ed ogni sera, grandi gruppi di elefanti amano avventurarsi nelle profondità nella grotta per
nutrirsi dei ricchi giacimenti di sale. Per questo fenomeno notturno hanno guadagnato il nome di "elefanti sotterranei".
A queste "riunioni" partecipano anche bufali, scimmie e altri animali per leccare le pareti di sale della grotta. Il sale è essenziale nella dieta degli animali e la cava di Kitum
è uno dei pochi posti al Monte Elgon, dove si possono riunire. Un'altra leggenda dice che la grotta è stata scavata per centinaia di migliaia di anni da elefanti usando le loro
zanne per estrarre il sale (speleogenesi elefantiaco). Nella grotta vi è anche un profondo crepaccio, in cui giovani elefanti sono caduti e sono morti.
Ebola e il virus chiamato Marburg sono recentemente emersi sotto forma di epidemie periodiche. Una teoria dice che il virus Ebola si rifugia nella grotta Kitum. È possibile che in
questa grotta dimorino, portatori del virus Ebola attraverso il loro guano (il virus può essere propagato anche attraverso l'inalazione di guano in polvere). La grotta di Kitum è
stata considerata come la possibile origine di Ebola, perché due persone nel 1980 hanno contratto virus di Marburg dopo aver visitato la grotta e nel 1987 un ragazzo danese di 15
anni si è ammalato ed è morto.
Un altro motivo che fa sospettare che i pipistrelli siano vettori del virus, è che una fabbrica piena di pipistrelli in Sudan sembra essere stata la fonte di focolai di Ebola nel
1976 e nel 1979. Richard Preston ha scritto un libro intitolato "Hot Zone" ("The Hot Zone"), in cui menziona l'epidemia del virus di Marburg in Germania causato dalla importazione
di scimmie africane e focolai di Ebola in Congo, Sudan e Reston (Virginia U.S). Né la letteratura scientifica, né la stampa, né Richard Preston hanno mai menzionato il nome della
società importatrice, Litton Bionetics, fornitore leader di scimmie alle US Army.
In Africa vengono identificati come una specie di vampiri, o come spiriti del male, coloro che soffrono di questa malattia.
In un primo momento, si pensava che fossero posseduti da convulsioni dovute a febbre alta e vomito di sangue.
Inoltre, gli uomini infettati con Ebola, secondo leggende popolari, potrebbero trasformarsi in scimmie, orango, scimpanzé e perfino pipistrelli. E oggi, sembra che un ultimo
"focolaio" venga da uno sciamano, scrive la rivista "Science". A quanto pare, uno sciamano aveva cercato di curare un bambino di due anni che soffriva di Ebola e che nessuno
conosceva. Lo sciamano fece diversi rituali attraverso il sangue e fu così che avvenne il contagio. Inoltre, al funerale c'erano 14 donne addette alla pulizia del corpo che a loro
volta si sono infettate diffondendo così la malattia.
Quando la grotta Kitum è stata scoperta in Kenya, si è pensato che i graffi e i solchi lasciati sulle pareti fossero il frutto del lavoro degli antichi egizi in cerca di oro o
diamanti. Ma non era così, no. La formazione della grotta ha una origine molto più strana.
Grotte degli schiavi a Shimoni (Shimoni Slave
Caves)
Le meravigliose grotte coralline di
Shimoni nella contea di Kwale sono una testimonianza vivente dei giorni oscuri della schiavitù sulla costa orientale dell'Africa.
Prima che gli antischiavisti
fermassero ill traffico di esseri umani circa due secoli fa, le grotte di Shimoni, situate in un sonnolento villaggio sul lungomare, a circa 70 km a sud di Mombasa sulla strada
Mombasa-Lunga Lunga, furono utilizzate come luoghi d'attesa per schiavi catturati nell'entroterra.
A pochi metri dal sito sorge lo
Shimoni Slave Museum gestito dai Musei Nazionali del Kenya.
Nel 2010 l'Ambasciata statunitense ha
sponsorizzato il restauro di una vecchia residenza del commissariato distrettuale coloniale costruita nel 1885 e abbandonata negli anni '80, con l'obiettivo di attirare turisti
provenienti dall'America.
Il museo raccoglie gli artefatti
culturali della popolazione locale dei Digo e altri raccolti dalle zone costiere dell'Africa orientale, come Pemba e Zanzibar, che sono stati i centri dell'infame Arab Slave Trade
dall'8° al 19° secolo.
Gli storici stimano che almeno otto
milioni di schiavi provenienti dall'Africa furono spediti in quel periodo.
Il folklore locale vuole che la gente,
cercando di sfuggire ai predoni cacciatori di schiavi, inizialmente utilizzassero queste formazioni naturali per nascondersi.
Le grotte furono anche un luogo sacro
usato dagli anziani di Kaya per le preghiere e per offrire sacrifici molto prima dell'invasione dei commercianti di schiavi.
Vecchie manette di ferro, casse di
legno, catene arrugginite e borchie di metallo ben conservate nelle grotte raccontano la sconfortante storia degli africani vittime della tratta degli schiavi.
Le grotte sono lunghe cinque
chilometri.
Questo sito storico è gestito da
un'organizzazione basata sulla comunità e apre le porte ai turisti dalle 8.00 alle 18.00 ogni giorno ad una tariffa accessibile.
Le guide spiegano chiaramente ai
visitatori la triste storia dei loro antenati, indicando come i padroni degli schiavi accatastarono le loro vittime in attesa dei dhows prima che venissero
traghettati.
"Le carovane arabe di shiavi hanno
agito in collusione con le loro controparti africane per catturare e guidare schiavi dall'interno prima di essere portati qui in attesa di essere trasportati altrove. Molti sono morti
mentre sono stati torturati o castrati ", dice Ayub Masumbuko, una guida turistica che opera dal sito.
Gli schiavi catturati dalle comunità
locali furono portati prima sui mercati principali di schiavi a Mombasa, Bagamoyo, Kilwa, Zanzibar e Pemba, da dove sono stati spediti in luoghi che sono gli odierni Yemen, Arabia
Saudita, Turchia, India, Cina e Iran.
Gli schiavi furono utilizzati anche
come portatori per le spedizioni che trasportavano avorio e altri beni dall'entroterra.
Per coloro che vogliono un flashback
della storia di questo paese sul lungomare, questo sito è un invito incredibile.
Grotta Mau-Mau (Mau-Mau Cave)